mercoledì 12 agosto 2020

I 100 anni di Danilo: Auguri!



Fa impressione vedere le persone distanziate le une dalle altre nella grande sala del Centro Mariapoli di Castelgandolfo. La pandemia ha ridotto le abituali 1500 persone a poco più di 200… Eppure la sala si è riempita comunque, grazie ai video proiettati da tutto il mondo con testimonianze e saluti per Danilo Zanzucchi che compiva i 100 anni. Continua a disegnare, con sottile autoironia, guardando avanti con serenità.
Anche a me ha fatto dei disegni. Ne conservo uno, semplicissimo, ma che dice tutta la stima e l'affetto che aveva anche per me. Avevo fatto una conferenza e... mi premiò con tanto di medaglia!


Una coppia inossidabile, lui e Anna Maria, una testimonianza straordinaria di vita di coppia e di vita Ideale.
Tante volte hanno raccontato la loro esperienza: “Da poco sposati, nel 1953 abbiamo partecipato ad uno dei primi incontri dei focolarini sulle Dolomiti italiane. Lì abbiamo incontrato altri sposati e abbiamo potuto confrontare il rapporto nostro con il loro. Essi ponevano a fondamento di tutta la loro vita l’invito di Gesù all’amore reciproco. Ci siamo resi conto di quante cose ci fossero da rivedere tra noi. Abbiamo capito che dovevamo sforzarci di mettere in pratica le sue parole «come io ho amato voi» e tendere ad amarci con questo amore di Gesù.
La spiritualità di comunione, dell’unità, che anima il Movimento dei focolari, ci è apparsa subito come particolarmente adatta alla famiglia. Essa è infatti una piccola comunità. Da allora via via ci siamo impegnati a vivere questo spirito”.



Come non ricordare la Via Crucis scritta da loro e letta davanti al Papa al Colosseo nel Venerdì santo del 2012?
Bastano alcune parole della preghiera iniziale:

«Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?».
Gesù, sembri un Dio tramontato all’orizzonte:
il Figlio senza Padre,
il Padre privo del Figlio.
Quel tuo grido umano-divino,
che ha squarciato l’aria sul Gòlgota,
ci interroga e stupisce ancor oggi,
ci mostra che qualcosa di inaudito è accaduto.
Qualcosa di salvifico:
dalla morte è scaturita la vita,
dalle tenebre la luce,
dalla separazione estrema l’unità.
La sete di conformarci a te
ci porta a riconoscerti abbandonato,
ovunque e comunque:
nei dolori personali e in quelli collettivi,
nelle miserie della tua Chiesa e nelle notti dell’umanità,
per innestare, ovunque e comunque, la tua vita,
propagare la tua luce, generare la tua unità.
Oggi, come allora,
senza il tuo abbandono,
non ci sarebbe Pasqua.

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