Sembra
che nella Bibbia l’invito a non avere paura ricorra 365 volte, come dire che,
lungo tutto l’anno, ogni giorno abbiamo bisogno di sentirci ripetere dal
Signore: “Non temere”.
Ma
siamo davvero così paurosi?
In
effetti sono tante le cose, piccole o grandi, che non vanno bene, in noi o
attorno a noi. E questo ci rende insicuri, timorosi del domani.
“La
barca distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento
infatti era contrario”.
La scena
del Vangelo di oggi è una parabola: lontani da terra, in balia delle onde, con
il vento contrario.
Come
dire: ci sentiamo soli, non abbiamo sicurezze, le cose non vanno come vorremmo…
Poi c’è
Pietro a cui manca la terra sotto i piedi… Non abbiamo l’impressione anche noi,
tante volte, di camminare sull’acqua?
Peggio
di così!
Ed ecco
apparire Gesù: “Coraggio, sono io. Non temete”.
Coraggio,
non temete… “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Aveva
ragione il povero don Abbondio dei Promessi sposi. E la fiducia di non temere
chi me la dà?
Il
segreto è in quel “Sono io”. È quella presenza che fa la differenza.
Gesù appare ogni volta che qualcosa non va, si rende presente, ci sta vicino, ci prende per mano.
“Vedi
fantasmi dappertutto, vero? – sembra dirci. Ti fanno paura, vero? Uomo di poco
fede, ma non lo vedi che ci sono io? Non lo vedi che ho fatto mia quella malattia,
quell’incomprensione in famiglia, quella preoccupazione per i figli, quelle
difficoltà economiche? Sono io. Come puoi avere paura se ci sono io? Coraggio,
sono io. Non temete”.
E sale
in barca con noi. È in barca con noi!
Questo
fa la differenza.
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