L’ho
ricordato pochi giorni fa in occasione del suo onomastico: p. Bonaventura
Marinelli. Ieri è partito per il cielo, a 100 anni di età, per festeggiare in paradiso
il centenario di Chiara, sua inseparabile coetanea. Che amicizia profonda e
fedele!
Avendo
vissuto a Trento nel convento dei Cappuccini dal 1942 al 1946 come studente di
teologia e giovane padre, è stato, come amava dire, “testimone oculare, però a
distanza”, degli inizi del Movimento dei Focolari. A distanza perché in quegli
anni non erano consentiti grandi contatti. Eppure testimone oculare perché
vedeva come vivevano quelle straordinarie “terziarie francescane”.
“Dopo
il bombardamento del ‘44 – racconta in una lunga conversazione – avevamo Chiara
e le sue compagne sempre sotto gli occhi. Venivano a Messa, non nella nostra
Chiesa, che era distrutta dai bombardamenti, ma nella sacrestia, che era anche
più piccola ed eravamo anche più vicini. Ricordo che per me era ogni volta una
impressione molto profonda. Per natura sono abbastanza timido ed ho difficoltà
nell’incontro, eppure ricordo che andando alla ‘questua’, durante l’estate, dal
‘43 in poi, mi diventava sempre più facile incontrare le famiglie, la gente, i
bambini ecc. Non era dovuto alla mia natura; questo nuovo modo di vedere mi
veniva dalla vita che vedevo in Chiara e le sue compagne.
P. Bonaventura responsabile del Centro di spiritualità assieme a p, Novo e Chiara |
Nel ‘46,
i miei superiori mi mandarono in Svizzera all’università, ero già sacerdote da
un anno. I primi mesi ricevevo lettere dai miei compagni, coi quali avevo fatto
il patto di unità. Ad un certo momento, il vuoto, il silenzio: era cominciata l’inchiesta
del Sant’Ufficio, ma io non lo sapevo. Da parte mia è stato uno scivolare progressivo
in un senso di desolazione inesprimibile. Fino al 23 Aprile del ‘48. Ero andato
a Trento per le votazioni e quella mattina, prima di tornare in Svizzera, mi
sono incontrato con Chiara. Mi ha rimesso nella festa ma in un modo più
profondo, ho capito che quel che vale è amare. Sembrava di toccare il cielo col
dito. Arrivato a Friburgo le ho scritto una lettera, la prima lettera”.
Inizia
così una corrispondenza che ha consentito a Chiara di comunicare quando viveva
in quel periodo. Grazie a p. Bonaventura oggi abbiamo un patrimonio
inestimabile di scritti, alcuni notissimi, come la lettera del 30 marzo 1948,
quando gli confida: “Il libro di Luce che il Signore va scrivendo nella mia
anima ha due aspetti: una pagina lucente di misterioso amore: Unità. Una
pagina lucente di misterioso dolore: Gesù abbandonato”.
Quelle
lettere testimoniano il rapporto profondo che si è presto instaurato tre i due.
11 maggio 1948: “La sua lettera m’ha confermato il pensiero che m’ero fatto
dell’anima sua, molto amata dal Signore e vorrei in un attimo, in un
baleno donarle tutto il mio, tutto quello che Dio ha edificato in me sfruttando
il mio nulla, la mia debolezza, la mia miseria. (…) Quello che dunque oggi le
voglio scrivere è che l’unità che Dio ha fatto, non dobbiamo romperla. (…) S.
Francesco non è contento finché Lei non lo rivive e non Lo fa rivivere nei
fratelli suoi. – Incominci. Riuscirà.
8 settembre
sempre del 1948: “Quanta gioia mi ha dato per mezzo della sua lettera. C’è
Gesù. L’ho provato nella sua sete di ‘vita’, nell’ottimismo che contiene e
pullula qua e là, soprattutto nella pace che genera il desiderio di amarlo di
più, di più. Stia certissimo che – finché non lascio Gesù (e quando sarà mai?
In Paradiso l’avrò ancor più) – non lascio di seguire con occhio vigile e
fraterna cura, l’anima sua”.
27
gennaio 1951: “Non può immaginare quanto la sua anima stia ‘penetrando’
(letteralmente! ... quasi da sentirne fisicamente l’effetto!) nella mia”.
Ricordo
la gioia di quando si incontravano e con normalità parlavano fra di loro in
trentino… Coetanei, eppure lui se sentiva discepolo e lei sua madre. In una
delle prime lettere Chiara si firmò semplicemente “s.m.”, che Bonaventura
interpretò subito come “sua madre”. Le risposte firmandosi "s.f.", e anche Chara comprese.
Lucia
ricorda che Chiara, salutandolo nel 2000, disse: “Il mio primo figlio
religioso!”.
Una
vita lunga, quella di p. Bonaventura, che lo ha visto professore di Sacra
Scrittura, traduttore dal tedesco di commentari biblici, con incarichi
importanti nel suo Ordine: provinciale, formatore, definitore generale… Poi
chiamato da Chiara a dirigere il Centro internazionale di spiritualità per i
religiosi a Castelgandolfo e a Loppiano…
Schivo
e di straordinaria umiltà, ha saputo testimoniare senza ostentazione e con
sincerità l’Ideale che Chiara gli aveva trasmesso. “Vero bambino evangelico,
nella sapienza e semplicità di vita”, ha scritto fra Alessandro.
I
ricordi personali non mancano, a cominciare da quando nel 1978 andammo insieme
in Canada, per un mese intero, ad animare una scuola di formazione per religiosi.
Ho poi vissuto in comunità con lui a Castelgandolfo. Tra l’altro nel mio
diario, in data 10 novembre 1999, quando già ci aveva lasciato per una nuova
volontà di Dio, leggo di una sua visita: “Arriva Bonaventura, ed è aria di
festa, come al solito”. Mi ha compito quel “come al solito”.
Ma
forse il momento più bello è stato il 18 marzo 2008, quando abbiamo partecipato
insieme al funerale di Chiara a san Paolo fuori le mura. Al termine della
celebrazione mi chiese di accompagnarlo alla bara, infrangendo il rigido
protocollo. Era ormai anziano e faceva difficoltà ad abbassarsi, ma giunto alla
bara si inginocchiò, l’abbracciò e la baciò. Anch’io allora mi inginocchiai a
baciare la bara (ma l’espressione non rende… era proprio baciare Chiara). Fu
come si rompesse una diga: tutti iniziarono a circondare la bara e a baciarla…
Ma quello di Bonaventura rimase il gesto unico del figlio verso la madre.
Anche a
me ha voluto sempre bene. In una delle ultime lettere mi scriveva: «Ti ricordo
e ti ricorderò sempre con riconoscenza e spero di aver ancora la gioia di
incontrarti personalmente. Questa mattina ti ho affidato in modo particolare a
s. Francesco. Un abbraccio! In G.A. e Risorto”.
Grazie P.Fabio di quanto scrive riguardo P.Bonaventura! E la sua corrispondenza con Chiara. Tutto vita e vita vissuta. Che mi è ci aiuti sempre più nel vivere in modo autentico e radicale il Vangelo nella piena unità con i fratelli che abbiamo accanto. GRAZIE!
RispondiEliminaGrazie Padre Fabio ...
RispondiEliminaChe bello, importante testimonianza di vita! L'unione fraterno fa sempre andare 'oltre'... Grazie di questo invito alla Santità Oggi!!!
RispondiEliminaGrazie nella nostra zona dei Castelli lo abbiamo conosciuto e lo aiutiammo nella distribuzione delle mele e anche a raccogliere i vestiti scuri da uomo per i religiosi che venivano da paesi lontani. Poi lo abbiamo perso di vista ma il ricordo è rimasto vivo in noi , buon riposo in Dio e con Chiara.
RispondiEliminaGrazie P. Fabio e un IMMENSO GRAZIE al Cielo per la VITA de P. Bonaventura.
RispondiEliminaTroppo profondo per commentare.
RispondiEliminaGrazie p.Fabio, grazie p.Bonaventura, grazie Chiara!
In cordata...
mPC.An
Bellissimo !!! Ringraziamo Lui, Chiara ed anche te.
RispondiEliminaGrazie P. Fabio!!
RispondiEliminaGrazie, padre Fabio, per aver tratteggiato il profilo spirituale di questo frate così bello. È bello sentirci tutti figli di Chiara!
RispondiEliminastraordinaria testimonianza. Grazie!
RispondiEliminaGrazie Padre Fabio per averci fatto conoscere un pó di più da vicino il primo figlio religioso di Chiara
RispondiEliminaMolto commovente questa vita con Chiara e in Chiara in cui ritrovo la mia vita con immensa gratitufine.
RispondiEliminaGrazie, non sai quanto p. Fabio per questo squarcio di storia che + tutta luce! Un dono grande.
RispondiEliminaGrazie P Fabio, l'ho stampato per condividere in focolare.
RispondiEliminaGrazie padre Fabio di questo dono con tocchi per me inediti. Nella gioia dell'Amore che non passa. Maria Rita
RispondiEliminaGrazie in questi momenti di Pandemia, la vita del Padre San Buonaventura e il suo rapporto con Chiara ci lascia lo esenciale, Dio e l'unitá con la fontana, che é la nostra strada verso Lui, ringraziamo la vita di questo primo figlio religioso, che la sua santitá ci auiti nel nostro santo Viaggio, grazie.
RispondiEliminaUn grazie immenso per questo figlio di Chiara insieme a lei lassù. Grazie padre Fabio di questo bellissimo ricordo...che nostalgia di Paradiso.
RispondiEliminaUn uomo e un religioso unico nella sua semplicita,ma per me e la mia famiglia un grande amico per me molto speciale perche mi ha battezzato propio lui nel lontanissimo 1963.
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