Carl
Gustav Jung ha riletto in chiave psicoanalitica il dogma dell’Assunta, come
espressione dell’anelito primordiale della speranza, presente nell’inconscio
collettivo, in risposta al grido del dolore umano.
Lo
colloca nel contesto della sua proclamazione, il 1° novembre 1950, subito dopo
la seconda guerra mondiale: «Dopo tanta offesa alla dignità umana, dopo tante e
profonde ulcerazioni, dopo la sconfessione quasi del sigillo divino impresso
sul volto degli esseri umani, l’immagine di Maria glorificata, partecipe della
vittoria del Figlio sulla morte, definitivamente e immediatamente gloriosa
sembra un antidoto alle brutture e mostruosità delittuose ancora vive nella memoria
di quanti le hanno subite e di quanti le hanno avallate».
“Brutture
e mostruosità delittuose” purtroppo non sono realtà relegate alla guerra mondiale.
Spesso sono ancora sotto i nostri occhi.
Maria assunta
in cielo con il corpo è il riscatto della nostra umanità in tutta la sua
interessa, di ogni attività umana, di ogni sogno di pienezza di vita. È certezza
che il bene vince sul male, la bellezza splende sugli orrori, l’armonia trionfa
sulle atrocità.
È la
prova che la redenzione di Gesù ha raggiunto il cuore della creazione e l’ha
assunta tutta in Paradiso.
Nessun commento:
Posta un commento