Molte case e palazzi
sono lesionati dal terremoto, ma le chiese sono tutte irrimediabilmente
crollate. A cominciare da quella di san Benedetto.
Non avrei mai pensato
di giungere finalmente fino a Norcia. È la prima volta che entro in questa
piccola città raccolta da mura di luce.
“Le rovine della
Cattedrale… Dietro il rosone, la navata non c’era più.
Fu
lì che vidi la statua… al centro della piazza. Mostrava un uomo dalla barba
venerabile e dalla larga tunica, sollevava il braccio destro come per indicare
qualcosa fra cielo e Terra. Era intatta in mezzo alla distruzione, e portava la
scritta SAN BENEDETTO, PATRONO D’EUROPA. Fu un tuffo al cuore. Fino a quel
momento non avevo minimamente pensato al Santo e al suo rapporto con Norcia,
con il terremoto, con la terra madre del Continente cui appartenevo”.
Contrariamente a
Rumiz per me Norcia è sempre stata san Benedetto, ma anche a me, come a lui, fa
impressione l’ergersi della sua statua in mezzo alle rovine della cattedrale e
della chiesa a lui dedicata.
Tutto è crollato,
rimane soltanto il suo carisma.
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