mercoledì 5 agosto 2020

5 agosto, neve su Roma


La Madonna della neve:
Archivio Generale OMI, Roma
Questa notte a Roma la temperatura è calata drasticamente. È dunque molto probabile che il 5 agosto 358, come vuole la tradizione, sia nevicato e l’evento sia stato letto come un segno per erigervi la prima chiesa dedicata a Maria nell’Occidente.

A papa Liberio e al rappresentante dell’imperatore di Costantinopoli la notte tra il 4 e il 5 agosto 352 era apparsa in sogno la Madonna chiedendo che si dedicasse a lei una chiesa. La mattina i due si recarono sul colle e sulla cima del Cispio trovarono la neve, ma soltanto sul luogo dove si sarebbe dovuta costruire la chiesa.
La tradizione vuole che quella prima chiesa della “Madonna della neve”, detta liberiana dal papa Liberio, sia l’attuale Santa Maria Maggiore. Ma questa fu costruita più tardi, da Sisto III, subito dopo il Concilio di Efeso del 431 e della primitiva chiesa non ne è più rimasta traccia.
In quel Concilio i 200 Padri presenti proclamarono la loro fede: “Noi confessiamo che il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo…; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l'umanità… Conforme a questo concetto di unione in confusa, noi confessiamo che la vergine santa è madre di Dio…”. Quella sera a Efeso il popolo era talmente contento che improvviso una grande fiaccolata inneggiando alla Madre di Dio. Da allora, dopo le parole dell’Angelo, nell’Ave Maria si prega: “Santa Maria, Madre di Dio…”.

Anche oggi, nonostante le restrizioni della pandemia, a Santa Matia Maggiore si è celebrata solennemente la festa della Madonna della neve.
Alla messa delle 10, la neve è scesa nuovamente sull’altare. Stessa nevicata a sera, al canto del Magnificat durante il vespro: si aprono i cassettoni del soffitto, dorati con le lamine del primo oro che era giunto dal Nuovo Mondo appena scoperto da Cristoforo Colombo, e da lì piovono petali bianchi, come al mattino.
Io, con varie centinaia di persone sono rimasto in piazza perché il numero di quanti sono ammessi in basilica è limitato. Ma ho fatto festa ugualmente.

È anche una festa oblata: Il più grande santuario mariano degli Oblati è dedicato proprio alla Madonna della neve (Belleville, Illinois, USA), e nei nostri Archivi generali abbiamo un bellissimo mosaico che la ricorda.

Sant’Eugenio, durante i suoi soggiorni romani, è stato più volte a pregare nella basilica di Santa Maria Maggiore «Questa basilica – spiega lui stesso – è chiamata anche S. Maria ad Nives, per il miracolo della neve. La si chiama anche Liberiana, dal Papa Liberio che la consacrò […]. È stato Sisto III a rifarla, nel 432, con tanta magnificenza. […]. Non ho mai visto marmi così belli come quelli che ornano la cappella della S. Vergine: l’occhio non ne era mai sazio». (Diario, 2 dicembre 1826, Écrits oblats, 17, 35-36)

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