“Maria
e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”
(Lc 2, 22-40)
Del Vangelo
odierno, così ricco di eventi e di parole, con tanti attori, a cominciare dallo
Spirito Santo che vi appare tre volte, mi colpisce soprattutto il fatto in sé:
Gesù è presentato al tempio.
Un atto semplice,
che i genitori fanno perché questa è la tradizione, in obbedienza al precetto
del Signore. Un gesto non legato a parole: Giuseppe e Maria offrono a Dio il
loro figlio, tutto qui.
Tutto qui? Ma è atto
grandioso! Una coppia insignificante, perduta fra la folla, che presenta il proprio
figlio a Dio. Giuseppe e Maria non sono più insignificanti. Sono davanti a Dio,
sanno che il loro figlio è di Dio, gli appartiene, non è loro, e glielo
presentano.
E Dio glielo
ridona, dietro il riscatto di due colombe! Un bambino per due colombe.
Giuseppe e Maria si
sentono amati, compresi da Dio, quasi soggiogati dalla sua generosità: un
bambino per due colombe.
È il gesto chiesto
a ciascuno di noi: presentarsi davanti a Dio: siamo suoi, gli apparteniamo.
Occorre prenderne coscienza, riconoscerlo: siamo di Dio!
E Dio ci
restituisce a noi stessi, con una valenza nuova: stracolmati del suo amore.
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