“Se la
vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete
nel regno dei cieli” (Mt 5, 17-37).
Superare la giustizia degli scribi e dei farisei? Non è facile, perché sono persone integerrime, ligie alla legge che osservano scrupolosamente. Gareggiare con loro vuol dire essere perdenti in partenza.
Superare la giustizia degli scribi e dei farisei? Non è facile, perché sono persone integerrime, ligie alla legge che osservano scrupolosamente. Gareggiare con loro vuol dire essere perdenti in partenza.
Per
fortuna la giustizia di cui parla Gesù è su un piano diverso, è quella che egli
è venuto a portare in dono, non è frutto di una conquista. Egli è venuto a proclamare il Regno di Dio e la sua giustizia ed è questa che dobbiamo cercare (Mt
6, 33).
Con la venuta di Gesù Dio fa il suo ingresso nella storia e rende nuove tutte le cose, rende “giusti”.
Finalmente egli crea il cuore nuovo, come sempre aveva chiesto il fedele di Israele (Sal
51) e come Dio stesso aveva promesso: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro
di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore
di carne.
Porrò
il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò
osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36, 26-27).
C’è un modo soltanto per osservare e mettere in pratica la legge di Dio, fino
al “minimo dei precetti”, lasciare che Gesù sia in noi e tra di noi. Lui solo adempiere
appieno la volontà del Padre. Ponendo in noi il suo Spirito ci fa vivere secondo il progetto di Dio.
Basta fargli posto, momento per momento, pronti anche a tagliarsi una mano, a cavarsi un occhio se fanno impedimento alla sua presenza tra noi e in noi.
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