“Carismi
in comunione: la profezia di Chiara Lubich”. È il titolo del convegno che
inizia domani, dopo che oggi abbiamo terminato il nostro ritiro. Saremo ancora più
numerosi e con ancora più traduzioni.
Ma
perché questo convegno?
Penso
perché vogliamo rispondere all’invito di papa Francesco ad essere “Chiesa in
uscita”. Come eredi di tanti carismi siamo chiamati ad essere in prima linea in
questa “uscita”. Dovremmo essere anche i più esperti e i più generosi nella
costruzione degli “ospedali da campo”.
Ma
i problemi e le sfide sono così grandi che non è più pensabile di “uscire”
verso il mondo da soli. Oggi più che mai siamo chiamati ad uscire insieme:
appunto “Chiesa in uscita”. Non possiamo più operare in ordine sparso,
ma come Chiesa, in unità.
Questo
convegno ha proprio di mira di rinsaldare l’unità tra tutti noi, così da
compiere pienamente la nostra missione.
Vorremmo
crescere nell’unità a vari livelli.
Innanzitutto
la comunione e l’unità all’interno delle nostre comunità. Il Concilio
Vaticano II ci ha ricordato qual è la natura più profonda delle nostre
comunità: «con l’amore di Dio diffuso nei cuori per mezzo dello Spirito Santo
(cfr. Rm 5, 5), la comunità come una famiglia unita nel nome del Signore
gode della sua presenza (cfr. Mt 18, 20)» (Perfectae caritatis,
15). Soltanto quando la comunità diventa luogo della presenza di Gesù in
mezzo, essa può operare efficacemente, perché allora è Gesù che opera in essa.
Vi
è poi un’unità più ampia, quella tra gli Istituti – maschili e femminili,
religiosi e secolari, laiche e laici –, che insieme condividono lo stesso carisma.
In occasione dell’Anno della vita consacrata papa Francesco ha scritto: «Attorno
ad ogni famiglia religiosa, come anche alle Società di vita apostolica e agli stessi
Istituti secolari, è presente una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”,
che comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto
cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale,
a partecipare della stessa realtà carismatica»
È
per questo motivo che nel nostro convegno sono presenti laiche e laici che sono
parte interante dell’opera che è nata da un determinato carisma. Non si può
essere “in uscita” senza di loro.
La
Chiesa aspetta da noi una comunione e un’unità ancora più vasta: tra gli
Istituti nati da differenti carismi. Così l’ha espresso papa Francesco: «Mi
aspetto che cresca la comunione tra i membri dei diversi Istituti». In concreto
aspetta che elaboriamo «insieme, a livello locale e globale, progetti comuni di
formazione, di evangelizzazione, di interventi sociali. In questo modo potrà essere
offerta più efficacemente una reale testimonianza profetica. La comunione e l’incontro
fra differenti carismi e vocazioni è un cammino di speranza. Nessuno costruisce
il futuro isolandosi, né solo con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità
di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto
reciproco e ci preserva dalla malattia dell’autoreferenzialità».
È
per questo motivo che nel nostro convegno siamo di così tante Famiglie
carismatiche.
Siamo
stati convocati insieme dal carisma di Chiara Lubich, perché il suo è un
carisma d’unità. Un’unità che, nel disegno di Dio, vuole raggiungere ogni
vocazione e ogni aspetto della vita della Chiesa e delle Chiese, per dilatarsi
nei rapporti con i membri delle molte religioni, con le persone che operano nei
più ampi contesti sociali. La meta è “Che tutti siano uno”: tutti!
Tra
questi tutti non possono certo mancare le nostre Famiglie carismatiche. Per
disegno misterioso di Dio, a Chiara è stato dato proprio un carisma di
comunione perché i carismi siano in comunione!
L’obiettivo
di questi due giorni è dunque crescere nell’unità tra tutti noi, per essere
pronti ad andare, “Chiesa in uscita”, a portare l’unità ovunque e secondo la
vocazione di ciascuno.
Fatto
questo avremo fatto tutto?
No,
questo è soltanto l’inizio.
Dovremo
fare un altro convegno, per dilatare ulteriormente l’esperienza di comunione e
l’unità; un convegno con tutte le altre vocazioni ecclesiali per essere sempre
più l’unico popolo di Dio mandato nel mondo, come Gesù, perché il mondo abbia
la vita e l’abbia in abbondanza.
In
questi giorni iniziamo il primo passo, rinsaldando l’unità tra di noi. Questo
ci aiuterà a compiere altri passi, fino a quando tutti saremo “uno”.
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