“Gesù
fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo” (Mt 4,
1-11)
Le
tentazioni di Gesù aprono il tempo della Quaresima.
Tre
tentazioni diverse, ma un’unica proposta, quella di salvare il mondo imponendosi,
con la forza, conquistando il potere.
È la
strada che il diavolo vorrebbe far percorrere a Gesù.
La strada
di Gesù è un’altra.
Gesù non
cambia le pietre in pani: sulla croce ha sete, ma non compie il miracolo di far
sgorgare acqua dalla roccia.
Gesù è
re, ma la sua regalità è proclamata da una scritta appesa alla croce sulla
quale è inchiodato.
Gesù è
invitato a gettarsi dal pinnacolo del tempio compiendo il miracolo di non
sfracellarsi così che tutti credano in lui: sulla croce potrebbe scendere dal
patibolo, come gli chiedono, ma non fa il miracolo.
Per
conquistare il mondo Gesù ha scelto la via della croce, della debolezza, dell’impotenza.
La
tentazione si ripete. Ci ritroviamo piccoli, in pochi, fragili, mai all’altezza
delle sfide che ci circondano. Allora anche noi siamo tentati di pensare una
Chiesa forte, potente, organizzata; di pensare le nostre comunità efficienti. È
il diavolo che ce lo suggerisce.
Anche a noi, come a Paolo, Dio suggerisce qualcosa di diverso: «la
mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza». Come Paolo anche noi
dovremmo ripetere: «Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze,
perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle
necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono
debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12, 9-10).
La nostra
via è quella percorsa da Gesù.
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