“…
siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. “… siate perfetti come è
perfetto il Padre vostro celeste”. (Mt 5,
38-48)
Perfetti
come il Padre? Impossibile. Cosa mai ci chiede Gesù? O non sa chi è il Padre,
la cui perfezione non ha fine (sembra invece che lo sappia bene: è suo Figlio!),
o non sa chi siamo noi, infinitamente imperfetti (lo sa bene, è uomo come
noi!).
La
risposta sta nell’altra richiesta: “… siate figli del Padre vostro che è nei
cieli”.
È proprio
questo il dono che Gesù è venuto a portarci, la figliolanza divina.
Siamo
figli di Dio, esclama l’apostolo Giovanni meravigliato di tanta grandezza: “e
lo siamo realmente!” (1 Gv 3, 1)
Queste
due parole, che troviamo nel discorso della montagna, si rispecchiano l’una
nell’altra.
Possiamo
essere “perfetti” come il Padre perché ci ha fatti figli suoi, e i figli
somigliano il padre…
Ma in
cosa consiste la “perfezione” del Padre?
Ce lo
spiega subito Matteo: consiste in un amore premuroso, che fa sorgere il sole
sui cattivi e sui buoni, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Luca
nel suo Vangelo, al posto di “perfetti” come il Padre dice di essere “misericordiosi”
come il Padre.
Per
Gesù la grandezza del Padre sta nell’amare tutti, senza misura.
Anche l’invito
rivolto a noi ad essere perfetti come il Padre, in concreto è un invito ad essere
misericordiosi, ad amare, a “salutare”, ad avere rapporti positivi con tutti.
Quella
parola “siate perfetti” riecheggia anche un’altra parola della Scrittura: “Siate
santi, come io sono santo” (Lc 19, 2; 1 Pt 1, 15-16).
Santità
e amore di misericordia e perfezione sono sinonimi.
Senza
fare dell’erudizione conviene anche ricordare che in greco la parola
perfezione, ha in sé il temine telos,
che significa “fine”. La perfezione è raggiungere la meta.
In
questo Vangelo Gesù ci indica proprio la meta, che è la santità, ossia vivere l’amore
fino in fondo, come Gesù, che ha amato perfino i nemici (“se amate quelli che
vi amano… se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di
straordinario?”), come il Padre, che dona indistintamente a tutti.
Qual è
dunque la meta del nostro cammino? Somigliare sempre più al Padre, come gli
somiglia in tutto Gesù. Fino a quando saremo tutti in Lui, la meta ultima.
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