Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non
hanno più vino”.
E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 3-5).
E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 3-5).
Cana
di Galilea, non lontana da Nazareth. Venti giorni fa ero proprio lì, nel
villaggio di Natanaele, oggi caotica cittadina di 20.000 abitanti. Se Maria era
andata fin lì a una festa di nozze doveva trattarsi di parenti. Stando al
Vangelo era arrivata prima che venisse Gesù con i suoi discepoli.
Il
racconto è di una ricchezza straordinaria, pieno di significati palesi e
nascosti, com’è proprio di Giovanni. Quello che oggi colgo sono due
atteggiamenti di Maria.
Il
primo è la sua accortezza. Donna pratica si rende subito conto che la festa
rischia di finire mai: manca il vino. Qualcuno ha visto brindare agli sposi con
l’acqua? È una donna pratica, Maria. La prima volta che prende la parola è per
porre una questione concreta all’angelo, che si mostra… troppo angelico: “Come
avverrà questo?”. Dodici anni più tardi un’altra interpellanza, questa volta
rivolta al figlio: “Perché ci hai fatto questo?”. Ed è lei, naturalmente, a
prendere la parola, non Giuseppe.
È una
donna attenta, si rende conto delle situazioni. È sveglia! E premurosa. Sono aspetti
importante dell’amare e Maria, d’amore, se ne intende.
Non
è un primo bell’insegnamento?
Il
secondo è la presa d’iniziativa. Non si accontenta di costatare, passa all’azione.
C’è un problema, bisogna risolverlo. Cosa fare? Invita Gesù a intervenire. Lui
non sembra d’accordo, non è ancora venuta l’ora. Lei va avanti lo stesso, bisogna
pur fare qualcosa. Non si rassegna e forza la mano.
L’amore
è intraprendente e sa osare.
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