«Aveva 84 anni, ma era molto
decisa, molto giovanile. Si vedeva che era una donna piena di vitalità ed
energia. Mi spiegò che non era di lì, ma che veniva dal Congo. Veniva una volta
alla settimana con una canoa per fare le compere e procurarsi molte cose,
perché là era più a buon mercato che in Congo. Pensate! Una suora di 84 anni,
che attraversa il fiume con la canoa. Incredibile! Mi raccontò che lavorava in
ospedale, dall’altra parte, in Congo, e che era ostetrica. Mi pare di ricordare
che disse di aver assistito a oltre tremila parti da quando era lì. Era in
missione da più di sessant’anni. Mi raccontò che quella bambina aveva avuto
difficoltà a nascere e che la mamma era morta. «La mamma era così buona, che
sentii che Dio mi chiedeva di adottarla», mi disse la suora.
Mi lasciò scioccato. Una religiosa
di ottantaquattro anni con una bambina di tre o quattro anni... "Allora la
adottai e, da quel momento, la bambina mi chiama mamma". (…) Non ho potuto fare
a meno di pensare alla forza della vocazione che sta dietro tutto questo.
(…) nata a Brescia, è lì da quando
aveva 22 o 24 anni».
È una dei tanti episodi che Papa
Francesco racconta in una conversazione con Fernando Prado, poi diventata un
libro: La forza della vocazione.
Un libro che si legge d’un fiato, e
che termina con un invito preciso:
«Camminare alla presenza di Dio,
sentire che stiamo camminando dove ci porta lui, lasciandoci guidare dalla sua
promessa. Questa deve essere la base di ogni opzione attuale nella Chiesa.
Camminare con lui, facendo quello che lui ci comanda. Camminare, camminare
sempre».
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