È la prima
volta che entro nella sede della Federazione nazionale della stampa, anche se
vi sono iscritto. La Sala Tobagi, al secondo piano, è ampia e luminosa.
Telecamere, microfoni, giornalisti, amici… La presentazione del progetto di
pubblicazione delle Opere di Chiara Lubich attira l’interesse di tanti. Tra i
presenti riconosco giornalisti di lungo corso, come Lucetta Scaraffia e Luigi Accattoli, che poi
interverranno con le loro domande.
La
presentazione della figura di Chiara, soprattutto della sua attualità è
affidata a Piero Coda. Donato Falmi delinea il progetto delle pubblicazioni
delle Opera. A me il compito di parlare del primo libro: lo faccio più da
lettore che da curatore.
Seguono
molte interviste di radio e televisioni. Sul web trovo quella della Radio
Vaticana:
Leggo un articolo di Salvatore Cernuzio apparso su La Stampa:
Per
Chiara Lubich il Vangelo era il “pane” di cui nutrirsi quotidianamente, nonché
il filtro per guardare la realtà che la circondava. Anche solo un versetto, una
parola-chiave, una frase era un aiuto per orientare la giornata verso
quell’amore di Dio che Chiara cercò di far conoscere a migliaia di persone
attraverso la testimonianza di vita e l’opera grande di cui fu fondatrice, il
Movimento dei Focolari…
Il
nuovo progetto editoriale è un “corpus” di testi che presenta in maniera
sistematica il patrimonio di pensiero di questa donna che con le sue intuizioni
anticipò il Concilio Vaticano II e di cui, a dieci anni dalla scomparsa, è in
corso la causa di beatificazione…
«Non
si può parlare di Opera omnia perché il patrimonio letterario di Chiara è
enorme e richiede ancora tempo per essere elaborato, in più ci sono parti
sensibili da conservare per ora», ha spiegato Donato Falmi, direttore della
Collana, durante la presentazione di oggi presso la sede della Fnsi del primo
volume in uscita dal titolo “Parole di Vita” curato da Fabio Ciardi, ordinario
di teologia spirituale presso il “Claretianum”, che raccoglie circa 350
commenti al Vangelo.
L’opera,
seppur non completa, è senza dubbio la pubblicazione più organica rispetto alle
tante già esistenti. In essa, ha detto Falmi, il «già edito» si affianca agli
«originali» di molti testi e al «completamento» di altri. L’obiettivo è quello
di rendere «chiaro e comprensibile» il vissuto della Lubich, le sue intuizioni,
i suoi “sprazzi di luce”, gli impulsi che trasformava in azioni e che metteva
nero su bianco su fogli modesti, con un linguaggio immediato, incisivo,
diretto, a volte anticipando temi che, dopo dieci anni, sono di stringente
attualità…
La
Lubich osservava il mondo e ad ogni segmento della vita associava un
insegnamento di Gesù nel Vangelo. «Amare il prossimo… Prossimo è ogni essere
umano, uomo o donna, amico o nemico, al quale si deve rispetto, considerazione,
stima. L’amore del prossimo è universale e personale al tempo stesso. Abbraccia
tutta l’umanità e si concreta in colui-che-ti-sta-vicino», scriveva nel
1999.
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