Nel
duomo di Pordenone mi era messo per tempo nel banco in prima fila per pregare
con calma, tra una messa e l’altra. Una signora mi invita gentilmente ad andare
più indietro perché quei posti sono riservati ai bambini del catechismo.
Mi
ritrovo così davanti a un pilastro sul quale è fissato il frammento di un affresco
staccato da chissà quale parte del duomo. È una Pentecoste di Gian Francesco da
Tolmezzo, pittore del Rinascimento.
Ci
sono soltanto sei dei dodici apostoli, anche la Madonna è tagliata fuori. Sono
volti belli, freschi, ritratti di gente del posto.
Mi
attira un particolare, le lingue di fuoco, raffigurate da sottili strisce rosse
che scendono dall’alto. Lo sguardo si porta allora verso l’alto, un secondo
frammento di affresco dov’è raffigurato il Padre.
“Apparvero
loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro”,
narrano gli Atti degli Apostoli. Già, ma da dove provenivano?
Gian
Francesco da Tolmezzo ci offre una risposta originale: dalla bocca del Padre. Il
Credo ce l’aveva già insegnato che lo Spirito “procede dal Padre”, ma proprio
così, dalla sua bocca?
Il
Figlio è la “Parola” del Padre, ma da quella bocca oltre alla Parola esce anche
il “Fuoco”.
Il
bacio caldo del Padre…
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