21 novembre 2001 |
16 anni fa l’approvazione pontificia dell’Istituto
secolare delle COMI.
Anche quest’anno l’abbiamo ricordato con un
semplice momento di famiglia.
Una famiglia di missionarie.
Come annunciare il Vangelo di Gesù?
Maria rimane il modello supremo. Dopo l’evento
straordinario dell’annuncio da parte dell’angelo, sarebbe stato più che
naturale per lei fermarsi in raccolta contemplazione. Invece si alza e parte
“in fretta” per andare incontro alla parente Elisabetta. Non è, per riprendere
le parole del Papa, l’icona della Chiesa “in uscita”? Dimentica di sé mette da
parte l’indicibile evento di cui è protagonista, per entrare nell’evento
dell’altro.
Va da Elisabetta non per proclamare, ma per farsi
prossima, per visitarla, per rendersi conto di cosa aveva bisogno, «desiderosa
– come nota sant’Ambrogio – di compiere devotamente un servizio, con lo slancio
che le veniva dall’intima gioia» (Commento al
Vangelo di san Luca, 2, 19).
Appena arrivata, per prima cosa la “saluta”, si interessa di lei, attuando
quanto Dio ha appena compiuto con lei: il Verbo aveva lasciato i Cieli e le si
è fatto vicino, condividendone la carne e il sangue. È quel “farsi uno” di cui
parla l’apostolo Paolo narrando la propria esperienza: «Mi sono fatto servo di
tutti per guadagnarne il maggior numero… Mi sono fatto debole con i deboli…; mi
sono fatto tutto a tutti…» (1 Cor 9,
19-22).
La sua presenza attenta e amorosa, diventa via per
l’annuncio: venuta per servire giunge a poter parlare: «Grandi cose ha fatto in
me l’Onnipotente…» (Lc 1, 46-49). Un
annuncio esplicito, ma fatto come dono, non come imposizione, come condivisione
della propria esperienza.
Maria poteva agire così perché aveva in sé Gesù, e
la sua visita coincideva col portare Gesù.
Non è anche per noi questa la via della missione?
Farsi prossimi, penetrare nelle situazioni, diventare amici, condividere gioie
e preoccupazioni, consapevoli che la nostra vicinanza è quella di Gesù vivente
in noi e nella nostra comunità. E quando è possibile, e come possibile,
parlare, sempre e solo come dono, come condivisione. Non è questa la
secolarità?
A volte forse non si potrà parlare, non sarà
opportuno. Maria è maestra anche in questo. Ai pastori e ai Magi mostrò Gesù, ma
questa volta fu un annuncio silenzioso, senza pronunciare una parola. Ma c’è
parola più eloquente, annuncio più esplicito di quello che fa vedere il Verbo,
la Parola?
Come Maria, sempre si può dire Gesù con la vita,
dare Gesù con la discrezione e la forza dell’amore.
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