«...Giuseppe d’Arimatea e
Nicodemo presero il corpo di Gesù, lo seppellirono e lo deposero in una tomba
nuova... (cfr. Mc 15, 42 ss. e Gv 19, 38 ss).
Joseph Boissel: «Ricevo e visito tutti, cercando di consolare e di
aiutare gli uni e gli altri nella misura dei miei poveri mezzi: cura per i
malati, sostegno per i più bisognosi…. Donare una parola di speranza… il più
delle volte vengo a mani vuote e soffro di questi occhi ardenti che si
aggrappano e me. Schiacciato da tali miserie,
resta la morte nell’anima, desolato della mia impotenza… Non bisogna aver paura
di morire. Noi abbiamo già dato la nostra vita al Signore»
«Lavorando con i poveri e
con gli emarginati, ci lasceremo evangelizzare da loro, poiché spesso ci fanno
capire in maniera nuova il Vangelo che annunciamo» (R 8).
«Sciocchi e tardi di cuore…
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua
gloria» (Lc 24, 25-26).
Mario Borzaga: «Ho capito la mia vocazione: essere un uomo felice,
anche nello sforzo di identificarmi con Cristo crocifisso… Vorrei essere come
l’Eucaristia, un buon pane per essere mangiato dai miei fratelli, il loro cibo
divino. Quindi devo passare prima per la morte sulla croce ».
«Se portiamo “nel nostro
corpo la morte di Gesù” è nella speranza che “la vita di Gesù si manifesti nel
nostro corpo”» (C 4)
Signore Gesù, Cristo e Salvatore,
dopo aver nutrito il nostro carisma oblato col tuo mistero pasquale, ti
ringraziamo per essere stati così intimamente associati a te.
Ti supplichiamo, metti in noi
la potenza del tuo amore, affinché diventiamo testimoni autentici di quel mondo
nuovo che, nel fallimento della Croce, tu hai proclamato con la tua vittoria
pasquale.
Amen.
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