Mi sento come l’evangelico “operaio dell’ultima ora” che
viene pagato come gli operai che hanno lavorato e faticato tutti il giorno.
A differenza dello scorso anno gli impegni mi hanno impedito
di partecipare alla Mariapoli svoltasi per cinque giorni, anche quest’anno a
Villa Borghese e al Pincio. Sono stato soltanto oggi. Ma basta mettere piede
anche solo un attimo nel “Villaggio della terra”, allestito per l’occasione,
per essere coinvolti nel clima di festa che cresce da uno stand all’altro, da
proposte per tutti i gusti e tutte le età (i bambini e i ragazzi sembrano i
privilegiati) e dal vortice di molteplici eventi di grandi interesse. Come
quello del pomeriggio, nella tenda dei convegni: “Madri della terra. La cura
del creato vista dalla prospettiva femminile delle grandi religioni”.
Sette donne, musulmane, ebree, indù, cattoliche, ortodosse (alcune
le incontravo per la prima volta, altre amiche di vecchia data) hanno condiviso
con un numeroso uditorio come le rispettive religioni si pongono davanti alla
natura, evidenziando, in modo particolare, l’apporto tipico della donna. Mi
sembrava d’essere lontano milioni d’anni luce dagli scenari di guerra, dai sospetti,
diffidenze, violenze in nome delle differenze religiose, da cui ogni giorno
siamo circondati ogni giorno. Le religioni, da quel palco, e dallo sguardo
limpido delle donne che parlavano, e da quelle che danzavano e cantavano,
sembrano tutta un’altra cosa, autentiche vie di pace e di armonia… È lo sguardo
divino della Mariapoli!
Proprio una Mariapoli pazza questa Mariapoli romana.
Immischiata con decine di altri gruppi e organizzazioni che in questi giorni
hanno portato avanti eventi comuni e distinti, dialogando tra di loro, cercando
cammini comuni e convergenze per rendere vivibile la città, far crescere la
fraternità, tendere all’unità.
L’anno scorso il Papa, visitandola a sorpresa, colpito, come
io quest’oggi, da questo tipico clima di fiducia reciproca e di collaborazione,
aveva detto che gli sembrava di vedere il deserto trasformarsi in foresta e
aveva l’aveva proposto quasi come un programma.
Quest’anno, entrando nel villaggio all’ultima ora, mi è
sembrato che la foresta fosse particolarmente viva, popolata di tante persone
fatte un’unica famiglia.
Una Mariapoli pazza e festosa, con due bande che percorrono Villa
Borghese, dal Galoppatoio al Pincio, con una gioia chiassosa, sbandieratori,
bambini che impazzano, famiglie serene, slogan di pace… ma dove siamo? In
Mariapoli!
Nessun commento:
Posta un commento