giovedì 27 aprile 2017

Ricordando il card. Miloslav Vlk


Praga, 8 marzo 2003. All’arcivescovado mi ha preso in consegna sr. Halina, mia ex allieva all’UPS, e mi ha portato al terzo piano, nella casa del cardinale. Il cardinale è a Istambul; anche il monsignore che vive con lui è assente… Sono ospitato in una suite principesca: è per gli ospiti del cardinale, tutta gente del suo pari e quindi adeguata al rango. Altre al salotto, cucinetta e bagno planetario, comprende, naturalmente, la stanza da letto, che è molto più di una stanza da letto. È una sala ovale di una bellezza straordinaria, con tre finestre ovali su altrettante pareti: una dà nel giardino dell’episcopio, una sul castello, una su Praga. Roba da incanto. Da qui questa mattina ho visto la piazza animarsi di turisti e il cambio della guardia presidenziale…
Così iniziava il diario della mia visita nella Repubblica Ceca, su invito del card. Miloslav Vlk, che arrivò il giorno seguente. Subito partimmo per Hejnice, nel santuario mariano, dove passammo una settimana insieme di intensa comunione.
Ieri non potevo mancare, nella basilica di santa Croce in Gerusalemme, alla messa in suo ricordo. Particolarmente toccante il ricordo evocato dal card. Giovanni Battista Re. Ne riporto alcuni passi:

Il cardinale Vlk ebbe una fanciullezza disagiata, ma fin dai primi anni ricevette un’educazione profondamente cattolica. La sua grande aspirazione di diventare sacerdote si scontrò con una capillare persecuzione contro la Chiesa, per cui, dopo aver lavorato nei campi passò a essere operaio in una fabbrica di automobili; interruppe questo lavoro per la chiamata al servizio militare. Il desiderio di diventare sacerdote lo portò a utilizzare tutti i momenti liberi per studiare. Finalmente nel 1964 riuscì a frequentare la facoltà di teologia dei Santi Cirillo e Metodio, che di fatto era un seminario sotto il controllo statale. In questo contesto il giovane Miloslav Vlk ebbe occasione di incontrare il movimento dei Focolari, che per lui fu di grande sostegno umano, morale e spirituale. Fra l’altro i focolarini gli procuravano libri da leggere, che per lui erano molto utili e che lo aiutarono a maturare la propria spiritualità, caratterizzata dall’imitazione di Gesù abbandonato sulla Croce. «Come Cristo si sentì abbandonato, ma continuò a portare la sua croce — spiegherà quando era cardinale — così io continuai a portare la mia croce negli anni bui e duri della mia vita».


Con la Conferenza Episcopale Ceca alla quale diedi gli esercizi spirituali
Nel 1968, durante la primavera di Praga, fu ordinato sacerdote. Aveva 36 anni. Come è noto, quella primavera durò ben poco per l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietiche, che soppressero il governo di Dubček. Miloslav Vlk incominciò a essere malvisto dalle autorità comuniste per la troppa influenza che esercitava sui giovani. Fu confinato in un paesino lontano dalla città, ma anche in quella zona sperduta nella campagna, fu dal regime giudicato pericoloso. Gli fu ingiunta l’assoluta proibizione di esercitare il ministero sacerdotale. Dovette pertanto ritornare al lavoro, che fu quello di lavavetri nella città di Praga, dove contemporaneamente in forma clandestina esercitò il ministero sacerdotale, confessando e celebrando la messa di nascosto in casa di amici.
In quel periodo entrò nella prima comunità del movimento dei Focolari in Cecoslovacchia, figurando esternamente come laico, anche se tutti ne intuivano lo spirito sacerdotale. La spiritualità focolarina lo ispirerà parecchi anni dopo anche nella scelta del motto episcopale: Ut omnes unum sint.
Nel 1990 fu nominato vescovo della diocesi di České Budĕjovice, vacante da 18 anni, e nell’anno seguente, 1991, arcivescovo di Praga e nel 1994 cardinale. Così le strade di Praga che per otto anni lo avevano visto passare come lavavetri, pochi anni dopo lo videro passare come arcivescovo e cardinale. Nel 1995 lo poterono ammirare a fianco del Papa Giovanni Paolo II. Quanti lo avevano guardato con simpatia umana come lavavetri, lo apprezzarono negli anni seguenti come pastore zelante e generoso, impegnato in un autentico rinnovamento spirituale ed ecclesiale, nell’assillo di indicare a tutti la via che porta al cielo. La forza della fede, che lo sostenne negli anni difficili, divenne incontenibile ansia pastorale e desiderio di rendere vivo il Vangelo nella società e di fare del bene a tutti.
La lezione della sua vita non deve cadere nell’oblio. Il cardinale Miloslav Vlk resterà nella storia della Chiesa e dei popoli slavi fra le figure luminose che con la forza della loro fede hanno testimoniato piena fedeltà a Cristo in tempi e in situazioni difficili. 



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