Padre Joseph Fabre |
La prima pagina di "Missions OMI" |
Tra marzo e giugno nella “Biblioteca di
Consultazione Oblata” ho previsto cinque “Lectio brevis” sulle fonti e gli
strumenti di studio oblati. Dopo una lezione sul valore scientifico delle
biografie di sant’Eugenio, questa sera ne ho
tenuta una sulla rivista “Missions OMI”, una autentica “biblioteca storica” della
Congregazione. Ecco alcuni appunti.
Il
successore di sant’Eugenio alla carica di superiore generale, p. Joseph Fabre,
fin dall’inizio cercò con tutti i mezzi per raccogliere e valorizzare le
ricchezze di famiglia. Dà inizio alla serie regolare dei Notizie sugli Oblati defunti,
delle Lettere Circolari amministrative, pubblica il Manuale di preghiere (1a ed., 1865),
cerca di far comporre una biografia di de Mazenod. Aveva ben capito la
necessità di rafforzare i legami tra i membri della Congregazione e renderli
consapevoli della loro speciale vocazione nella Chiesa. Missions OMI nasce pochi
mesi dopo la sua elezione.
Era un
desiderio del Fondatore, che spesso parlava dello “spirito della società”, lo
“spirito proprio della nostra congregazione”, “lo spirito del nostro Istituto”,
lo “spirito delle regole”.
“Forse un
giorno si troverà in famiglia un uomo di buona volontà, convinto che sarà tempo
bene impiegato quello di estrarre da questi documenti e da altri che saranno
disponibili, una storia molto dettagliata, gli annali, della Congregazione”
(Diario, 24 novembre 1838). Era un’idea che gli tornava spesso. In una lettera
a P. L’Hermite scrive ad esempio: “Abbiate cura di conservare la memoria delle
vostre missioni con relazioni dettagliate. Che non vi accada, come a noi, di
lasciar seppellire dall’oblio i prodigi di grazia compiuti, paragonabili a
quello che di più bello si legge dei primi tempi del cristianesimo” (20 marzo
1854).
Nel
verbale del Consiglio generale del 27 gennaio 1859 si legge: “Il nostro
Reverendo Padre Generale ha informato il Consiglio di un pensiero che ha
maturato a lungo: dovremmo finalmente intraprendere qualche iniziativa per
redigere gli Annali della Congregazione, altrimenti a forza di rinviare questo
lavoro – il tempo corre veloce – sarà molto più difficile farlo in modo
corretto, perché molti dei padri che conoscono i fatti e potrebbero fornire
spiegazioni o documenti necessari sono scomparsi o non possono essere
consultati con lo stesso vantaggio. Consapevoli dell’importanza di queste
osservazioni ed entrando pienamente nell’ottica nel nostro benamato Padre, i
membri del Consiglio si sono subito presi cura dei mezzi per giungere a
qualcosa di pratico e fattibile al più presto. Dopo un lungo confronto, il
Consiglio ha preso la seguente risoluzione, che dal mese di luglio prossimo, un
Padre (Padre Fouquet o qualche altro adatto alla cosa) verrebbe incaricato
della classificazione delle lettere e altri documenti, di copiarne gli estratti
necessari e quindi preparare il materiale per gli Annali, di cui un altro Padre
prenderà la direzione in qualità di Annalista della Congregazione. Padre Rey,
del Seminario maggiore, è stato nominato per questo lavoro”. Mons. de Mazenod
aveva puntato da tempo gli occhi su Padre Rey, come quando scrive p. Bermond:
“Il Padre Rey metterà certamente un po’ da parte il suo San Tommaso per darvi
alcuni dettagli interessanti circa la Congregazione di cui potrebbe essere lo
storico” (26 maggio 1854).
In un
primo momento sant’Eugenio avevano dunque pensato a una raccolta di
documentazione storica, a una sorta di Annali, come venivano chiamati. Quando
il suo successore attuò il progetto con una pubblicazione periodica,
sostanzialmente si conservò lo stesso obiettivo e Missions OMI sarà
considerata a lungo come i nostri Annali.
La
fondazione di Missions OMI intendeva dunque
riprendere le intenzioni di de Mazenod e dei capitoli generali. La rivista si
proponeva di pubblicare i resoconti di ogni casa, come indicato da P. Fabre,
nel primo numero: “Al fine di realizzare il desiderio più ardente del nostro
venerato Fondatore, ogni tre mesi faremo stampare un opuscolo che contiene
alcune delle relazioni o lettere che abbiamo ricevuto” (vol. 1, 1862, p. 3).
Le parole
di P. Fabre, nel rapporto al Capitolo 1887, conservano tutto il loro valore:
“La lettura i nostri Annali può e deve fare molto bene nella Famiglia”
(Circolare n 42, Circulaires
administratives, II, p. 40). Parlando poi delle notizie necrologiche,
aggiungeva: “Questa lettura, come quello dei nostri Annali, è destinata a fare un gran bene nelle nostre case,
soprattutto nei nostri scolasticati, noviziati e juniorati” (ibid, p. 41).
Nessun commento:
Posta un commento