Jazz classico, degli anni Trenta, Quaranta suonato tra
le antiche statue romane, nella pinacoteca, nell’esedra davanti alla statua
equestre di Marco Aurelio. È il regalo che i Musei Capitolini hanno fatto ai
romani sabato sera, per 1 euro. Antico e moderno uniti nel nome della bellezza,
che armonizza forme e suoni. Ne ho pienamente goduto, come di un dono di Dio.
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La liturgia delle ore del giorno ci aveva fatto
leggere una pagina della Costituzione dogmatica Gaudium et spes, 37, del Concilio Vaticano II: «Redento, da Cristo
e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche
le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al
presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse ringrazia il Benefattore e,
usando e godendo delle creature in povertà e libertà di spirito, viene
introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e
tutto possegga: «Tutto», infatti, «è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è
di Dio» (1 Cor 3, 22-23).
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