Questo libro è il frutto dei “Dialoghi su Dio” tenuti nel
2014 nei locali della chiesa di sant’Eustachio a Roma. Esso però è nato 40 anni
prima.
Era il luglio del 1974. Avevo 26 anni. Mi trovavo a Roma da
un anno e mi stavo preparando al sacerdozio. Al Centro Mariapoli di Rocca di
Papa si teneva l’VIII Congresso internazionale del “Movimento Gen”. Non mi era
consentito parteciparvi, perché non ero un “gen”. Quando seppi che Chiara
Lubich avrebbe parlato non mi feci nessuno scrupolo e andai ad ascoltarla. Fu
facile mimetizzarmi con gli altri, senza che nessuno notasse la mia presenza.
Da allora ho letto infinite volte quel discorso di Chiara,
ma mi è sempre sembrato diverso da come mi si impresse in cuore quel giorno.
«Quest’anno - iniziava - mi sembra che Gesù voglia vi
ripeta una “parola” che è risuonata
come uno squillo, trent’an- ni fa... [si riferiva alla sua esperienza iniziale]
È una parola grande più del mare... E
la parola che Gesù vuol dire oggi, in
questo secolo, agli uomini; ed egli desidera che tutti, dal primo all’ultimo,
noi siamo canali, eco di essa».
Secondo quanto oggi leggo in quel discorso, Chiara avrebbe
pronunciato soltanto quattro volte il lemma “parola”. A me sembrò che lo
ripetesse in continuazione. I pochi attimi trascorsi nel formulare quelle brevi
frasi mi parvero un tempo infinito, ed ebbi l’impressione di venire portato in
uno spazio sconfinato. Sentivo crescere l’attesa per lo svelamento di quel-
la “parola”. Il desiderio di conoscere quella “parola”
misteriosa aveva teso al massimo le corde della mente e l’anima fu dilatata per
essere capace di accogliere la rivelazione: «Questa parola è Lui stesso: Dio».
Quella “parola” - Dio - fu un improvviso bagliore di luce e
di fuoco. Rimasi nella sospensione. Mi trovai come avvolto da quella realtà:
Dio. Era come se sentissi pronunciare per la prima volta quella “parola”, la
prima volta che l’avvertivo così potente, così vasta, senza confini, assoluta:
“Dio”.
Mai più ho sentito pronunciare quella parola - Dio - con
quella intensità, con quella forza sconvolgente. Non l’ho più sentita
pronunciare in quel modo, ma mi è rimasta dentro come allora.
Chiara proseguiva nel suo discorso: «Ed eccomi a svelarvi
chi è Dio... Dio è Amore». Spiegò dove avremmo potuto trovarlo. Da quel giorno
ho preso a cercarlo là dove lei mi aveva indicato, a riflettere su quali
fossero i “luoghi” della sua presenza, le “fonti del divino”, come lei le aveva
chiamate, a cui avrei potuto abbeverarmi. Questo libro ne è un piccolo frutto.
«Se ci venisse chiesto - proseguì allora Chiara -: qual è
il vostro ideale? Noi dovremmo rispondere: Dio». In quel momento Dio era
veramente il mio ideale, l’ideale di tutti quei giovani in mezzo ai quali mi
trovavo.
S’era realizzato quello che
lei stessa diceva di aver percepito una volta terminato il suo discorso: mentre
parlavo «eravamo veramente un’unità e spero che Dio abbia visto una cascata di
Lui in mezzo a noi». Era stata un’autentica cascata. Quella
“parola”, Dio, la sua realtà, si era riversata su di noi segnandoci per sempre.
Ho scritto questo libro 40 anni dopo, ma il seme fu seminato quel luglio 1974.
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