Tra
i 13 nuovi cardinali creati da Papa Francesco ci sono anche tre vescovi
"che si sono distinti nel loro servizio pastorale. Essi – annunciata il
Papa il 9 ottobre – rappresentano tanti Vescovi e sacerdoti che in tutta la
Chiesa edificano il Popolo di Dio, annunciando l’amore misericordioso di Dio
nella cura quotidiana del gregge del Signore e nella confessione della fede”. Uno
di loro è un Oblato, Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale's Hoek
nel Lesotho. Ignoto il vescovo e ignoto
il suo Paese (dove sarà mai il Lesotho?). Assente anche dalle pubblicazioni
degli Oblati. Su internet appare per la prima volta al momento della nomina. Degli
altri 12 cardinali i mezzi di comunicazione hanno parlato in lungo e in largo,
di lui non si sono neppure accorti che non è venuto a Roma a ricevere la
berretta cardinalizia, perché anziano e ammalato; probabilmente andrà a consegnargliela
il nunzio apostolico.
S.E. Mons. Sebastian Koto Khoarai, nato l’11 settembre 1929, dopo
essere entrato negli Oblati di Maria Immacolata, è stato ordinato sacerdote il
21 dicembre 1956 e il 2 aprile 1978 è stato consacrato vescovo di Mohale’s
Hoek. 10 anni fa ha presentato le dimissioni per raggiuti limiti di età, ma è
rimasto Amministratore Apostolico della diocesi fino al febbraio 2014. Dal 1982
al 1987 è stato Presidente della Conferenza Episcopale del Lesotho.
Perché il Papa l’ha nominato
cardinale? È proprio nello stile di Francesco scegliere persone della
lontana periferia, umili e semplici, che hanno svolto il loro ministero con
amore e con passione ma anche nel nascondimento.
Tale sembra sia stato anche mons. Khoarai.
Abito
con tre studenti Oblati del Lestho, Francis, Sebanzile e Mokete. Uno di loro,
Francis, è cresciuto nella sua diocesi ed è stato cresimato da lui. Gli ho
chiesto che mi raccontasse qualcosa del nuovo cardinale.
Quando
è stato nominato vescovo della diocesi creata con lui, ha dovuto iniziare tutto
da zero, nella costruzione delle chiese, nella cura dei sacerdoti, nell’organizzazione.
Non ha costruito soltanto chiese, ma anche case per la gente più povera. Ha passato
i suoi anni viaggiando su per le montagne a visitare il suo gregge ed essere vicino
ad ognuno. La sua casa, anche adesso, è aperta a tutti per ogni tipo di incontro
e riunione ed egli è sempre a disposizione di ognuno, come un vecchio padre.
Uno dei tanti pastori sconosciuti in un Paese sconosciuto, ma ben noto a papa
Francesco…
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