martedì 2 agosto 2016

Quelle pagine bianche nel vangelo di apa Pafnunzio



Apa Giovanni, prima di congedare il discepolo, gli aveva fatto dono di un vangelo che aveva copiato con pazienza su fogli di papiro. Gli era costato tempo e fatica, ma cos’altro avrebbe potuto affidare come corredo di viaggio al giovane Pafnunzio? Il cammino che era chiamato a percorre sarebbe stato lungo e difficile. Non pensava soltanto a quello che lo avrebbe condotto nella lontana laura, era piuttosto l’arduo cammino della vita a dover essere illuminato con la luce della Parola di Dio.
Quando Pafnunzio giunse nella lontana laura e gli fu affidata la cella solitaria, estrasse finalmente dalla bisaccia il libro prezioso e lo pose sul leggio davanti alle icone del Pantokator e della Theothokos.
Il giorno seguente, allo spuntare dell’alba, l’aperse e iniziò la lettura che, con gli anni, avrebbe trasformato Pafnunzio in apa Pafnunzio.
Procedeva lenta la lettura. Le parole, una dopo l’altra, gli entravano dagli occhi, fiorivano sulle labbra, salivano alla mente, scendevano nel cuore, si tramutavano in vita.
Passarono mesi e mesi prima che egli giungesse all’ultima pagina del quarto Vangelo: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. Il Vangelo terminava così, ma non la copia che apa Giovanni aveva trascritto; rimanevano ancora altre pagine, lasciate in bianco. “Perché mai, si domandò il giovane Pafnunzio, apa Giovanni avrà comprato, a caro prezzo, altri papiri per poi lasciarli in bianco?”.

Con il trascorrere degli anni Pafnunzio, ormai diventato apa, sorrideva ogni volta che giungeva al termine del Vangelo di Giovanni: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. Ecco perché apa Giovanni aveva lasciato vuote quelle ultime pagine, il Vangelo doveva rimanere aperto, non era compiuto, bisognava continuare a scriverlo.
Sorrideva perché aveva compreso l’enigma e al contempo si faceva sempre più inquieto. Apa Pafnunzio non aveva né penna né inchiostro, ma anche se li avesse avuti non avrebbe saputo cosa scrivere. Come poteva conoscere quali erano state le molte altre cose compiute da Gesù? Come avrebbe potuto continuare a scrivere il Vangelo riempiendo quelle pagine bianche?

Passavano gli anni e le parole, lette, ruminate, pregate, vissute, gli si incidevano dentro in maniera sempre più profonda, fino a fare nascere in lui la Parola.
Fu così che comprese: il Vangelo da scrivere era quello che Cristo in lui continuava a vivere; le “molte altre cose compiute da Gesù” che andavano raccontate erano quelle che ormai egli compiva, o meglio, Gesù in lui.
Da allora ogni mattina apa Pafnunzio si alzava con gioia per scrivere una nuova pagina di Vangelo.
Quando però giungeva a sera, immancabilmente trovava che le pagine bianche del suo vangelo erano rimaste bianche. Fossero almeno rimaste bianche! Più le guardava più le sembravano piene di sgorbi e di macchie. Avrebbe voluto tutto azzerare.
Presto si rese conto di essere davvero incapace di continuare a scrivere il Vangelo. La speranza che apa Giovanni aveva riposto in lui si stava rivelando un’illusione; lo avrebbe deluso. Avrebbe deluso lo stesso Signore, che aveva lasciato aperto il Vangelo proprio perché egli lo portasse a compimento.
Apa Pafnunzio tuttavia, nonostante gli evidenti fallimenti, non si scoraggiava: ogni mattina riprendeva ad alzarsi con la gioia di poter scrivere una nuova pagina di Vangelo; il sole non sorgeva forse per offrirgli questa possibilità?

Passarono gli anni e finalmente comprese. Sulle pagine bianche del suo vangelo sarebbe stato scritto il libro vivente della misericordia di Dio.



2 commenti:

  1. "... ogni mattina riprendeva ad alzarsi con la gioia di poter scrivere una nuova pagina di Vangelo; il sole non sorgeva forse per offrirgli questa possibilità?"
    Apa Pafnunzio, sei un genio!! Che sia la terapia giusta per la mia depressione mattutina?!?!
    Oltretutto, proprio recentemente, alla GMG, papa Francesco invitava a riempire le pagine del Vangelo rimaste bianche...

    RispondiElimina
  2. Grazie! non c'è altro da dire. Ricomincio, certa che sui miei sgorbi e macchie si verserà la Divina Misericordia.

    RispondiElimina