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Anche quest’anno sono riuscito ad essere presente. La festa «di Santa
Maria», come da secoli si chiama il ferragosto a Prato, culmina in duomo, con
l’Ostensione del Sacro Cingolo mariano, chiamata affettuosamente «la Cintola» o
«Sacra Cintola», arrivata in città nel 1300. Da allora è la più preziosa delle
reliquie.
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Il vescovo la mostra a tutto il popolo dal pulpito di Donatello e
Michelozzo, sulla facciata esterna del duomo. Prima il sindaco entra nella cappella dove è custodita la reliquia,
portando con sé due delle tre chiavi necessarie per aprire il cofano
dell’altare che contiene la cassa di legno di rosa che, a sua volta, custodisce
la teca con la Cintura. Il cerimoniere vescovile aggiunge alle due del Comune,
la terza chiave, di proprietà del Capitolo della cattedrale, e con tutte e tre si
procede all’apertura del cofano, ornato dal bassorilievo di Emilio Greco. La
comproprietà delle tre chiavi, condivise tra il Comune e la Diocesi, evidenzia
da sempre la valenza civile e religiosa della Sacra Cintola mariana.
La tradizione è tradizione… Anche questa è un segno d’affetto per Maria.
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