Questo quinto viaggio in Terra Santa ha un carattere tutto
speciale. Sono con la Scuola Abbà!
Cammineremo insieme sulle orme di Gesù. Saremo accompagnati
dai Padri della Chiesa, dai santi, dai Papi che hanno percorso lo stesso
cammino. Saremo accompagnati anche da Chiara, che ci ha preceduti in questo
viaggio nel 1956. In maniera particolare avremo come guida la sua opera, Paradiso’49,
libro di testo della Scuola Abbà. Soprattutto sarà un pellegrinaggio che ci
porterà in un luogo di frontiera,
che ci consentirà di entrare nella piaga dell'umanità. Per questo sono previsti
momenti di
dialogo, sia ecumenico sia ebraico-cristiano, incontri a vari livelli.
Dovremo ascoltare in profondità
lo Spirito che parla a Gerusalemme, ed essere aperti a tutto.
Chiara era venuta in Terra Santa per incontrare padre Novo,
che stava attraversando un momento di particolare difficoltà. L’aveva condotta
qui un atto d’amore! Al termine del suo viaggio scrisse un lungo articolo, Ho visto la Terra Santa, nel quale tra l’altro
leggiamo:
«Non ero andata là per
un pellegrinaggio. Sì, è vero, certi nomi come Betlemme, Gerico, Gerusalemme,
Betania non mi lasciavano certo indifferente. Ma lo scopo primo di quel viaggio
era un dovere da compiere. (…)
Sette giorni durò il
mio soggiorno in Palestina, sette giorni nei quali ebbi modo di vedere, nella
stessa Gerusalemme e fuori, tanti Luoghi Santi.
Non ricordo
l’itinerario delle visite, ma i luoghi li ho impressi profondamente: Betfage,
il Gallicantus, la scaletta di pietra del testamento di Gesù, il Getsemani, la
fortezza Antonia, dove Pilato espose Gesù al pubblico dicendo: “Ecco l’uomo!”;
il posto dell’assunzione della Vergine ora di possesso greco-ortodosso: il
luogo dell’ascensione, racchiuso in una “edicola” ora in mano ai maomettani;
poi Betania e la strada che da Gerusalemme porta a Gerico, menzionata nella
parabola del buon samaritano; poi Betlemme...
Tutta una serie di
nomi dolcissimi, che né la vita né la morte riusciranno a cancellare. A sera
calata, alzando gli occhi al cielo, grondante stelle cariche di luce, cieli che
qui in Italia non si sognano nemmeno, sentivo una strana e logica affinità tra
quel firmamento e quei luoghi. (…)
Vidi tanti altri
posti, seguii tante strade che Gesù aveva fatte, osservai luoghi che Gesù aveva
osservato, mi passarono sotto gli occhi pietre, pietre e pietre ancora...
E ogni pietra diceva
una parola, molto di più di una parola, cosicché, alla fine, l’anima era tutta
inondata, tutta piena della presenza di Gesù.
Ricordo con evidenza
d’essermi, al settimo giorno, scordata letteralmente della mia patria, dei miei
conoscenti, dei miei amici, di tutto. Io mi vedevo là, immobile ed estatica,
spiritualmente pietrificata tra quelle pietre, senz’altro compito che rimanere
e adorare. Adorare fissa con l’anima nell’Uomo Dio, che quelle pietre mi
avevano spiegato, svelato, cantato, esaltato !
Un solo pensiero mi
smosse e mi fece tornare. C’era anche in Italia un posto, che valeva di più di
quei luoghi, dove avrei trovato Gesù vivo: era il tabernacolo, ogni tabernacolo
con Gesù eucaristia».
Grazie Padre Fabio,
RispondiEliminaper quanto ho letto sul viaggio di Chiara in terra santa anni fa. E' davvero significativo perchè aiuta a concentrarmi sempre più sull'essenziale, in ciò che Lui vuole dalla mia umanità spesso superficiale e libera, anche nelle cose apparentemente buone e sante, ma non rispecchiano il divino. Leggerò spesso il tuo articolo.
Un caro saluto.
Gabriele Scariolo
Grazie p. FABIO sono con voi con il vostro e nostro Gesù in mezzo. L'ut omnes ha inizio e fine a Gerusalemme. Solo quando ci sarà pace a Gerusalemme in Israele, in Palestina e in tutto il medio oriente ci sarà pace nel mondo intero. Lavoriamo per formare uomini nuovi ebrei cristiani e musulmani capaci di costruire questo mondo nuovo di pace per l'ut omnes.
RispondiElimina