Dopo essere stati in Terra Santa il Vangelo non solo lo si ascolta: lo
si vede.
Così oggi, Gesù che parla nella sinagoga di Cafarnao. Anche se l’attuale sinagoga,
venuta alla luce pochi anni fa grazie agli scavi dei Francescani, è del V, VI secolo,
essa sorge sull’antico edificio nel quale Gesù andava il sabato.
Anche Gesù “Nazareno” ha un volto davvero umano, è Gesù di “Nazareth”, non
di un altro luogo.
Il diavolo lo interpella proprio a partire dalle sue origini storico-geografiche:
“Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”. Avrebbe potuto
chiamarlo Gesù il Cristo o il Figlio di Dio. Ciò che gli fa paura è invece
proprio la sua umanità concreta: un Dio che non si fa Uomo, umanità, ma proprio
questo singolo uomo, entrando, solo così, nell’umanità, rendendosi capace di
raggiungere ogni uomo.
Bello il commento di un autore greco del IV secolo:
“Gesù Nazareno: dico il suo nome e la sua patria… Non dico: Gesù che ha
spiegato la volta del cielo, che ha acceso i raggi del sole, che ha disegnato
le costellazioni nel cielo, che accende la lampada della luna, che ha fissato
il suo tempo al giorno, che ha attribuito il suo corso alla notte, che ha
stabilito la terra ferma sulle acque, che ha messo un freno al mare con la sua
parola... Gesù Nazareno: di lui Natanaele disse nel suo dubbio: “Da
Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” (Gv 1,46). Davanti a lui la truppa
dei demoni ha tremato dicendo: “Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno?”
“Gesù Nazareno, disse l'apostolo Pietro, uomo accreditato da Dio presso di voi
per mezzo di miracoli, prodigi e segni” (Ac 2,22).
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