Sono dunque pochi quelli che si salvano? Gesù ha
aperto una porta stretta perché solo in pochi vi possano entrare? Avevano dunque
ragione i giansenisti quando raffiguravano il Crocifisso con le braccia strette
in alto, quasi a restringere il passaggio, piuttosto che distese in abbraccio universale?
Eppure proprio in questo brano Vangelo già si
intravedono le moltitudini che arrivano da oriente e da occidente, da
settentrione e da mezzogiorno.
A Gesù non interessano le statistiche. Gli interessa
che ognuno di noi prenda sul serio la sua offerta di salvezza – perché è questo
che lo interessa veramente, la nostra salvezza, la pienezza della vita, già da
adesso – e che ognuno di noi si affretti, corra: il tempo è breve, quindi non
c’è tempo da perdere. Ora, subito, devo decidermi per Gesù. È una scelta seria,
esigente, da non prendere alla leggera. Ne va della vita, di qua e di là.
Anche per te, Gesù, la porta si
fece stretta
e il cammino arduo, in salita.
Lo sapevi che per tornare al
Padre
dovevi salire sulla croce.
Eppure sei partito con decisione
verso Gerusalemme,
ti sei costantemente proteso
verso quell’ora,
non hai rifiutato di bere il
calice che il Padre ti offriva.
Accompagnaci nel nostro cammino,
orientaci senza distrazioni
verso il cielo,
rendici amici tuoi,
salvaci,
così che il Padre ci riconosca
e ci introduca nel suo regno.
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