Oggi, nella festa di san Domenico, i Domenicani sono soliti invitare i
Francescani a casa loro, così come fanno i Francescani con i Domenicani per la
festa di san Francesco, a ricordo dell’incontro avvenuto a Roma tra i due
santi, come narra Celano:
«Si
trovarono insieme a Roma, in casa del cardinale d'Ostia che poi fu Sommo
Pontefice, le fulgide luci del mondo san Francesco e san Domenico. (…) I Padri
si guardano con affetto, pieni di saggezza (…).
Al momento di separarsi,
Domenico pregò Francesco che si degnasse di cedergli la corda di cui era cinto.
Francesco si mostrava restio, rifiutando con umiltà pari alla carità con cui
Domenico insisteva. Tuttavia vinse la santa perseveranza del richiedente, che
cinse la corda sotto la tunica interiore con grandissima devozione. Poi si
presero la mano e si raccomandarono caldamente a vicenda. E il Santo disse al
Santo: "Frate Francesco vorrei che il mio e il tuo diventassero un solo
Ordine e che noi vivessimo nella Chiesa con la stessa regola". Da ultimo,
quando si lasciarono, san Domenico disse ai molti che erano lì presenti:
"In verità vi dico, che gli altri religiosi dovrebbero seguire questo
santo uomo, Francesco, tanta è la perfezione della sua santità"».
Celano conclude con la
preghiera: «Signore! Fa` che siamo umili sotto le ali di
umili maestri, fa' che si vogliano bene quelli che sono consanguinei di
spirito, e possa tu vedere i figli dei tuoi figli, la pace in Israele».
Oggi la scena dell’abbraccio tra Francesco e Domenico si è
ripetuta nel nostro incontro di religiosi a Roveré, nell’abbraccio di
Francescani e Domenicani qui presente. E come dimenticare l’abbraccio tra padre
Novo e padre Velentino, nel sessantesimo del loro sacerdozio?
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