Il nostro pellegrinaggio continua sulle orme di Maria.
Questa mattina l’abbiamo incontrata nell’ultima tappa della sua vita, quando si
“addormenta” nel Signore: Gesù viene a prendersela e la porta con sé in cielo.
La grande basilica della Dormizione
ne custodisce l’antica memoria.
Ha cominciato col mettere in luce il valore dei luoghi
santi, perché se è vero che c’è una “storia” della salvezza”, deve esserci
anche una “geografia” della salvezza: è il realismo dell’Incarnazione. Ciò che
personalmente più mi ha colpito del suo discorso è stato lo sguardo che ci ha
dato sulle diverse Chiese presenti a Gerusalemme. Al di là delle apparenze, i
rapporti tra le persone sono molto amichevoli, eppure forse come in
nessun’altra parte della terra si avverte in maniera così forte il contrasto
tra le diverse confessione e la disunità del cristianesimo. Eppure da
nessun’alta parte della terra i membri di tante Chiese sono così vicini tra di
loro. Altrove si tengono incontri ecumenici, ma poi ognuno torna a casa sua:
c’è Roma, Istanbul, Mosca… Qui invece si convive costantemente e anche questa è
un’espressione d’unità: un’unità non facile, spigolosa, eppure che non demorde,
che non vuole arrendersi davanti alle difficoltà…
Iniziamo con il Cenacolo. Sarà davvero questo il luogo dell’ultima cena, oppure lo avranno creato i Crociati per dare visibilità alla “sala superiore” di cui parlano i Vangeli? Non valgono la pena le divagazione storico-archeologiche.
Qui ricordiamo l’ultima cena, con la lavanda dei piedi, il discorso d’addio, il comandamento nuovo, l’Eucaristia, la promessa dello
Spirito.
Qui il Risorto apparve ai Dodici, ai discepoli, alle donne.
Qui Tommaso espresse la più alta professione di fede: “Signore mio e Dio io”.
Qui lo Spirito Santo scese in pienezza la mattina di
Pentecoste.
Qui prende forma, storicamente, la Chiesa, come ricordò papa
Francesco due anni fa, celebrando la messa proprio al Cenacolo:
«Qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è
partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo
Spirito d’amore nel cuore. Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo
comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con questa forza li inviò a
rinnovare la faccia della terra (cfr Sal 104,30). (…) Tutti i santi hanno
attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende
origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucaristia, dal suo
Santo Spirito».
Ci siamo ricordati che una volta, rivolgendosi alla Scuola Abbà, Chiara Lubich disse che avrebbe dovuto essere un "Cenacolo di santità".
Siamo appena al secondo giorno eppure ci pare d'essere qui da un'eternità. Siamo stati coinvolti totalmente da questi luoghi che si rivelano davvero "santi". Mattina e pomeriggio possiamo leggere i nostri testi e continuare il nostro lavoro - autentica contemplazione - di Scuola Abbà.
Grazie Fabio x qta esp di Novo ed avermela ricordata=rimessa nel cuore
RispondiEliminaFABIO, sei a Gerusalemme con tutta la Scuola Abbà!
RispondiEliminaGrazie delle foto: nei vostri volti la gioia dei vostri cuori!
Il tuo diario, poi, mi coinvolge nella vostra Divina Avventura!
Grazie!
Mi viene da dire che anche i miei piedi 'stanno alle tue porte, Gerusalemme' e vogliono camminare con voi!
Vi abbraccio forte!
Pino