Le folle accorrono perché hanno sete di verità. Per questo Gesù
parla loro del Regno di Dio.
Le folle accorrono perché vogliono essere guarite dalle loro
malattie. Ed egli risana tutti.
Le folle accorrono perché hanno fame. E Gesù da loro da
mangiare pane e pesci, pane e companatico. Tornano a casa sanate e sazie di
verità e di cibo.
Ma più di tutto abbiamo fame e sete di te. Tutto passa. Tu
solo rimani. E noi vogliamo rimanere con te, oltre la caducità delle cose,
oltre la parabola bella e fugace della nostra vita sulla terra.
Godiamo delle brevi gioie che ci doni, siamo colmati ogni giorno
dei tuoi doni che accogliamo con gratitudine. Ma aneliamo ad altro, più grande,
più vero: alla pienezza di vita, a te.
Per questo non ci offri soltanto pane e companatico, ma
anche e soprattutto ciò che in essi è raffigurato: l’Eucaristia. Ci nutri di
te.
Giorno dopo giorno ci nutri del pane della vita e ti fai
nostro viatico, cibo che ci sostiene nel viaggio e ci dà forza per camminare
verso la meta. Ogni giorno ci assimili a te, ci fai sempre più simili a te, e
il tuo cibo diventa pegno di vita eterna, della vita di Dio in noi, di noi in
Dio.
Infine il comando: «Date voi stessi da mangiare», che
anticipa il «fate questo in memoria di me». Vai verso le folle e le nutri di pace,
di luce, di vita, invitando anche noi a fare altrettanto.
Chiedi che abbiamo per loro l’amore che tu hai per noi. Con l’Eucaristia
ci fai te perché tu vuoi operare ancora, attraverso di noi, e donarti alla
nostra gente. Siamo noi le tue mani, il tuo cuore, la tua bocca. Se non
crediamo che ci sarà possibile compiere il tuo gesto di dono che sazia, vuol
dire che non crediamo abbastanza a quanto operi in noi con l’Eucaristia.
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