martedì 10 maggio 2016

Giovedì tutti a sant'Eustachio









Ho raccontato di un ventenne pieno di vita e di sogni, alla ricerca sofferta e tenace di un’identità, di un prestigio sociale, di una carriera, di una moglie e che si trova ferocemente contraddetto da avversità familiari, politiche finanziarie, che lo portano alla delusione, alla noia, all’insoddisfazione, fino a precipitarlo nella depressione. Il racconto di un ventenne costretto a vivere con la mamma perché non ha né arte né parte, mentre il padre è lontano, divorziato. Sono voluto entrare nel dramma di tanti giovani di oggi, anche se quello di cui ho scritto è ambientato agli inizi dell’Ottocento, nel sud di una Francia sconvolta dall’ascesa di Napoleone, la prigionia di Pio VII, la crisi della Chiesa cattolica.

Non ho scritto la biografia di un uomo che pure ha vissuto a lungo, ma i suoi anni critici e per questo creativi, che l’hanno condotto per un cammino che mai avrebbe immaginato, fino alla scoperta della sua vocazione, nell’inaspettato incontro con Cristo che, a 27 anni, lo sconvolge e gli spalanca orizzonti nuovi, finalmente appaganti, anche se mai l’inquietudine mai lo lascerà, portandolo prima al sacerdozio, poi alla fondazione di una grande società di missionari, gli Oblati di Maria Immacolata. Un racconto che lo segue per quindici anni. Dopo di che lo lascio, perché la sua via è ormai segnata.

La lettura proposta da Adonella sceglierà alcuni passaggi dei primi sei anni.
12 maggio, 19,30

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