Ho raccontato di un ventenne pieno di vita e di sogni, alla ricerca sofferta e tenace di un’identità, di un prestigio
sociale, di una carriera, di una moglie e che si trova ferocemente contraddetto
da avversità familiari, politiche finanziarie, che lo portano alla delusione, alla
noia, all’insoddisfazione, fino a precipitarlo nella depressione. Il racconto
di un ventenne costretto a vivere con la mamma perché non ha né arte né parte,
mentre il padre è lontano, divorziato. Sono voluto entrare nel dramma di tanti
giovani di oggi, anche se quello di cui ho scritto è ambientato agli inizi
dell’Ottocento, nel sud di una Francia sconvolta dall’ascesa di Napoleone, la
prigionia di Pio VII, la crisi della Chiesa cattolica.
Non ho scritto la biografia di
un uomo che pure ha vissuto a lungo, ma i suoi anni critici e per questo
creativi, che l’hanno condotto per un cammino che mai avrebbe immaginato, fino
alla scoperta della sua vocazione, nell’inaspettato incontro con Cristo che, a
27 anni, lo sconvolge e gli spalanca orizzonti nuovi, finalmente appaganti,
anche se mai l’inquietudine mai lo lascerà, portandolo prima al sacerdozio, poi
alla fondazione di una grande società di missionari, gli Oblati di Maria
Immacolata. Un racconto che lo segue per quindici anni. Dopo di che lo lascio,
perché la sua via è ormai segnata.
La lettura proposta da Adonella sceglierà alcuni passaggi dei primi sei anni.
12 maggio, 19,30
Nessun commento:
Posta un commento