Una gioia non comune ha inondato la
giornata del 21 maggio. Forse perché questa volta la festa di sant’Eugenio
coincideva con i 200 anni della nascita degli Oblati? Oppure perché, come ha
detto qualcuno, il cardinale che è stato con noi è un santo?
Abbiamo praticamente passato la
mattinata in cappella, tra lodi, conferenza del card. João Braz de Aviz, messa con il rinnovo dei voti di tre
giovani, un tedesco e due vietnamiti. Un momento intento di preghiera e un
clima sempre più bello. Poche volte si avverte tanta pienezza di vita.
Nel pomeriggio alla parrocchia del
SS Crocifisso l’ordinazione diaconale e infine a sera, nella chiesa di san
Nicola ai Prefetti la lettura di alcuni brani del mio racconto di sant’Eugenio.
A quest’ultimo evento erano presente
molte persone. Io stato in fondo alla chiesa e aveva davanti a me tre ragazze
straniere. Durante la lettura si guardavano spesso tra di loro, annuivano,
ammiccavano, sorridevano… Alla fine ho chiesto loro se erano riuscite a comprendere
appieno l’italiano. “Quanto basta”, mi hanno risposto. “Quanto basta per
ritrovarvi in tante delle situazioni di sant’Eugenio che ci ha interpellate personalmente”.
Sant’Eugenio sarà rimasto contento
di questa giornata particolarmente bella: un dono suo a noi.
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