Ma perché sono andato a Pescara?
Per festeggiare la Pentecoste con la
parrocchia oblata di sant’Andrea e, per l’occasione, per raccontare dei 200
anni degli Oblati. Le due feste si sposano bene. A Gerusalemme, quando scese lo
Spirito Santo, erano presente persone di una quindicina di nazioni – tante ne
nominano gli Atti degli Apostoli – che si intesero tra di loro formando un
unico popolo di Dio. Gli Oblati, in questi 200 anni, hanno fatto e continuano a
fare un po’ lo stesso miracolo, rendendosi presenti tra un numero ben più
grande di popoli e di lingue, di tutti i continenti, con lo stesso intento: formare
il popolo di Dio.
Ho fatto vedere le mie foto dei
molti popoli e paesi evangelizzati dagli Oblati, ma soprattutto ho parlato
dello Spirito Santo che tiene viva la Chiesa e la sua missione. Se ne parla
così poco.
Del Padre abbiamo tantissime cose da dire, perché Gesù ci ha parlato continuamente di lui, fino a insegnarci a pregare dicendo proprio “Padre”.
Di Gesù ne sono pieni i vangeli e
non finiremmo mai di parlarne.
Ma dello Spirito Santo?
Anche il Credo ha tante cose da
farci professare attorno al Padre e al Figlio, ma dello Spirito Santo crediamo
proprio poche cose…
È che lo Spirito Santo non lo si
vede in faccia. Si indovina la sua presenza dai frutti.
Mette sulla nostra bocca la parola “Padre”,
ci fa pregare e quindi ci fa rivolgere verso il Padre, ci dirige verso di lui.
Ci fa dire che Gesù è il Signore, e così ci dirige verso Gesù e ci spinge a
seguirlo. Lo Spirito ci manda da Due, mette in luce loro, mentre egli rimane
dietro, nascosto.
È come la luce del sole che tutto illumina:
ci fa guardare la creazione che ci circonda; raramente ci voltiamo a guardare
il sole che tutto illumina. Così è lo Spirito che, come luce, fa brillare le
parole di Gesù, le rende vive, ce le fa vivere, ma egli sta in silenzio.
È come il cuore, che rimane nascosto,
ma dà tono ed energia a tutto l’organismo; è come l’anima che tutto vivifica; è
come il motore che guida e dirige la storia; è l’amore che porta ad agire, ad amare:
è Dio!
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