Nel giorno della festa di san Leonardo da Porto Maurizio, non si può non fare una visita al conventino di san Bonaventura al Palatino, come usava fare sant’Eugenio quando si trovava a Roma.
Il 22 febbraio 1826 scrive:
Sono stato a dire Messa a
San Bonaventura, nella casa del ritiro del padri francescani (vi tornerà anche il un mese più tardi). Il
Beato Leonardo da Porto Maurizio è morto in questa santa casa... ho detto Messa
all’altare principale sotto il quale si trova il beato Leonardo, con l’abito
religioso... La vista di questo santo corpo mi ha ispirato una profonda
venerazione. Mi sono ricordato tutto quello che aveva sofferto nel difficile
ministero delle missioni, e mi sono raccomandato al santo che ottenga a me, e
tutti i nostri, un'ampia partecipazione nello spirito che lo animava durante
tutto il corso della sua vita... Siamo stati quindi a visitare la stanza dove
il Beato ha reso l'anima a Dio; è stata trasforma in cappella... Il buon padre
vicario mi ha parlato con emozione di diversi tratti della vita di questo
grande servo di Dio.
Il 22 novembre 1954, mentre si trova a Roma in
occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata, sant’Eugenio narra a
Tempier:
Sono stato a visitare la
cella dove era dimorato il beato Leonardo da Porto Maurizio e da dove era
salito al cielo. Come mi sentivo a mio agio in quel piccolo sacrario da dove mi
sono allontanato con tanto vivo dolore. Uscendo di lì e rientrando in chiesa
per tornare a venerare ancora una volta il santo corpo del beato dicevo tra me:
fra breve dovrò ritornare nei bei saloni del Quirinale per vedervi sfilare
tutte le umane grandezze. Ma che cosa sono paragonandole a quello che qui mi
delizia tanto! Né provai altri sentimenti quando le vidi sotto i miei occhi.
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