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Pietro TACCHINI (1838-1905), un altro dei grandi
organizzatori della ricerca nel campo dell’astrofisica, direttore dell’osservatorio
astronomico di Palermo.
Gesuita il primo, anticlericale il secondo, che tra l’altro
scrive: “Io non sono di quelli che pretendono all’infallibilità, figurati non credo neanche a quella del papa,
ma invece mi piace avere delle conferme e dei confronti …” (Tacchini a
Respighi, 1872); “bisogna convenire che preti e frati è sempre roba cattiva” (Tacchini
a Cacciatore, 1870).
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“… quando lei ritornerà da Torino io sarò ancora a Modena e
per ciò la sequestro fin d’ora, cioè voglio che al ritorno si fermi almeno un
giorno a Modena in casa mia, così mangeremo là il zampone che dovevamo mangiare
a Roma …” (Tacchini a Secchi, Palermo 2 novembre 1875).
“Io sono sempre mezzo ammalato dalle febbri e mi hanno
consigliato ad andare a prendere un po’ d’aria natia. Domani dunque … partirò
per andare a Modena […] … se [Lei] va [a Torino], si ricordi che la voglio a
Modena almeno per un giorno” (Tacchini a Secchi, Palermo 19 Novembre 1875).
Questo e molto di più ci hanno raccontato in un’interessantissima
conferenza Ileana Chinnici (dell’Osservatorio Astronomico di Palermo) e Antonella
Gasperini (dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri) alla presentazione del
loro libro: “Alle origini dell’astrofisica italiana: il carteggio
Secchi-Tacchini 1861-1877”, con la presenza del direttore della Specola
Vaticana e di altri studiosi del campo.
Se la ricerca scientifica è sincera, barriere culturali e prevenzioni
religiose cadono da sé, nella cammino comune di giungere alla Verità.
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