27 novembre, festa della
Madonna della medaglia miracolosa, a ricordo dell’apparizione a Caterina
Labouré, il 27 novembre del 1830. Vestita di un abito di seta bianca, racchiusa
in una cornice ovale, quasi a delineare il bozzetto di una medaglia, contornata
da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per
noi che ricorriamo a voi», invocazione allora inusuale. È l’origine della
famosa medaglia, coniata a partire da quella visione. Quando, nel 1854, Pio IX
definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità
tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che
c’erano già almeno dieci milioni di cristiani che portavano la medaglia miracolosa.
Vale la pena fare una
passeggiatina a Sant’Andrea delle fratte, una chiesa sorta nel XII secolo in
una zona di Roma, che come rivela il nome, allora era in mezzo a campi e orti
(qualcosa rimane ancora nel chiostro!).
Rimarremo affascinati
dall’architettura del Borromini, dai due splendidi angeli scolpiti nel marmo
dal Bernini, realizzati per il ponte di Castel Sant’Angelo, ma che il papa Clemente
IX Rospigliosi ritenne troppo belli per essere esposti alle intemperie (in
realtà sembra che volesse appropriarsene e spedirli a Pistoia, città natale
della sua famiglia… ma morì poco dopo).
Ma ciò che subito attrae appena
siamo in chiesa, è la terza cappella di sinistra dedicata alla "Madonna
del Miracolo", che il 20 gennaio 1842 apparve ad Alfonso Ratisbonne: entrato
in chiesa soltanto per ammirarne le bellezze architettoniche finì per
convertirsi ed essere battezzato.
L’immagine della Madonna
– quella della medaglia miracolosa – è di una particolare bellezza, dolcezza,
con una spiccata femminilità. Invita alla confidenza…
Appena pochi anni dopo l’apparizione
a Caterina Labouré, il Direttorio per i novizi dei Missionari Oblati,
raccomandava già: «Faranno bene a portare sempre su di essi una piccola
medaglia miracolosa del’Immacolata
Concezione, avendo cura di baciarla di tanto in tanto e di recitare la
preghiera che vi è impressa».
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