martedì 11 novembre 2014

Dio ti guarda



Quante volte i bambini, vedendo i grandi intenti a parlare tra di loro, si mettono a gridare o fanno i matti per attirare l’attenzione? Non sopportano di venire trascurati. Oppure, mentre giocano, domandano ripetutamente di essere guardati. Un genitore, per chiedere ad un’altra persona di prendersi un attimo cura del proprio bambino, spesso usa l’espressione: “Me lo guardi?”. Essere sotto lo sguardo di una persona amata dà sicurezza, protezione, non fa sentire soli. Se nessuno ci guarda è come non essere; non si esiste mai da soli. La tristezza dell’anziano è quella di sentirsi trascurato, senza che nessuno lo degni di uno sguardo.
“Dio ti guarda”: un’affermazione che mette paura, perché dà l’impressione di uno sguardo inquisitore pronto a punire al primo sbaglio.
“Dio ti guarda”: un’affermazione che invece denota uno sguardo premuroso e pieno di affetto, che sta attento che tu non ti faccia male, pronto ad intervenire per ogni necessità; uno sguardo che dà la certezza di non essere soli ad affrontare le prove della vita; uno sguardo sorridente, che accompagna costantemente il nostro cammino; la sicurezza di una presenza amorosa.


1 commento:

  1. Queste riflessioni mi hanno portato alla mia fanciullezza quando ero aspirante dell'Azione cattolica e la nostra amata delegata ,ci aveva consigliato di scrivere su un cartoncino : DIO MI VEDE . queste brevi parole mi hanno consolato per tanti anni e ,oggi che la vita è come una scalata in solitaria ancora mi consolano .

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