Di Madonna in Madonna, di santuario in santuario, sono approdato al momento culmine
del suo disegno: l’Assunzione al cielo. A questo punto non c’è più bisogno di recarsi
in un santuario particolare; il santuario dell’Assunta è il cielo stesso!
Maria oggi si mostra come la persona pienamente
realizzata, che ha raggiunto la meta. Era partita dicendo che si compisse in
lei la volontà di Dio ed ora la sua missione è compiuta.
Maria oggi ci mostra qual è la volontà di Dio su lei e su
ognuno di noi: il cielo, da raggiungere con l’interezza di tutto noi stessi, corporeità
compresa. Non è un caso che il mistero centrale del cristianesimo sia l’incarnazione
di Dio: un Dio che si fa carne, ossia che prende su di sé la totalità della
nostra realtà umana. Poteva essere valorizzata più di così la nostra
materialità? La conseguenza è che viene “innalzata”… fino al cielo. Tutto è
assunto, non soltanto nel senso che è preso su di sé dal Figlio di Dio, ma anche
proprio nel senso di portato in alto: l’umanità intera, l’attività umana, il
lavoro, l’arte, la creazione. Maria assunta in cielo è la dimostrazione di ciò
che Gesù ha operato con noi, la profezia del destino finale di tutti noi, con
la materia di cui siamo plasmati, con il cosmo. Siamo fatti per rimanere e
abitare per sempre, nei cieli nuovi e nella terra nuova.
Quand’ero piccolo non sapevo che la festa di oggi fosse l’Assunzione.
A Prato si chiamava – e si chiama – semplicemente “Santa Maria”: la festa di
Santa Maria. Intuizione giusta: l’Assunta è proprio lei, semplicemente lei nel
suo vero lei: Santa Maria.
(E che possiamo farci se noi a Prato, nel sacro cingolo
che ci ha fatto pervenire tramite san Tommaso,
abbiamo il pegno del compimento?)
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