21 agosto, festa
di san Pio X. Quante cose potremmo ricordare di questo papa Santo! Già da vivo
lo chiamavano così, “Papa Santo”, perché correva voce di guarigioni avvenute
toccando i suoi abiti. Ma lui sorridendo correggeva: “Mi chiamo Sarto, non Santo”.
Oppure
ricorderemo l’Enciclica “Pascendi” del 1907, contro il Modernismo? Il suo senso
pastorale che lo portò alla riforma liturgica, ad abbassare l’età della prima
comunione, a far preparare un nuovo Codice di diritto canonico? Oppure il motto
che lo ha guidato nel pontificato: “Instaurare omnia in Christo”?
Potremmo ricordare
la prima mattina da papa, quando mandò indietro il barbiere spiegandogli che
al proprio paese i sarti facevano anche la barba e che quindi lui, di nome “Sarto”,
avrebbe continuato a radersi da solo.
Oggi mi piace
ricordare che nel santuario di Boccadirio si conservano, in un medesimo quadro,
due sue “reliquie”. La prima – e in fin qui niente da eccepire – è un suo
fazzoletto. Ma la seconda… è un mozzicone di sigaro con tanto di autentica da
parte del cappellano particolare, Mons. Giovanni Bressan, che ha lasciato scritto:
“Sigaro usato da S.S. Pio X la sera del 10 luglio 1909 dopo la cena, alle ore
10 circa pom. Era la seconda volta che fumava dopo l’elevazione al Sommo
Pontificato. E fu anche l’ultima”. Più che una reliquia sarà una prova della eroicità
delle sue virtù?
Comunque, pur
non fumando, continuò a tabaccare. Si racconta che una volta offrì una presa di
tabacco a un cardinale ricevuto in udienza, il quale rifiutò dicendo: “Non ho
questo vizio”. Al che il papa sembra abbia risposto: “Se fosse un vizio l’avrebbe
certamente anche lei”.
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