Sono tanti i modi di camminare per Roma. Puoi lasciarti
ammaliare dai negozi, dai tavoli di ristoranti e trattorie che dilagano su
marciapiedi e piazze, dai turisti che valgono quanto i monumenti, dagli angoli
nascosti e romantici, dalle luci e le ombre con cui il sole si diverte a
colorare in modo sempre nuovi cornicioni e squarci di cielo.
Questi giorni mi ha attirato una lapide che ricorda Mary
Ward venuta a Roma dall’Inghilterra che con le sue Dame inglesi apre una scuola
per le ragazze del rione Monserrato. Un’altra lapida lascia ai posteri la
notizia che Luigi Gonzaga, venuto da Mantova il 20 novembre 1585, fu ospite in
quel palazzo di via della Scrofa 1991, del cugino Scipione Gonzaga. Più in là
si ricorda che Giuseppe Calasanzio, venuto dalla Spagna in cerca di fortuna,
l’ha trovata incontrando i ragazzini di strada per i quali dà vita a scuole
gratuite, allora dette “pie”…
Non c’è rione o piazza o vicolo che non ricorda che in
santo, venuto dal capo del mondo, è stato qui, ha fatto questo, ha fatto
quello… Che itinerari di santità potremmo percorrere per le strade di Roma.
Oggi è la volta di Monica, che è venuta dal Nord d’Africa
per morire all’allora porto di Roma, Ostia antica, in procinto di tornare in
patria. Aveva chiesto ai figli Agostino e Navigio che la seppellissero dove
avrebbero voluto, tanto per lei niente aveva più valore. Per mille anni è stata
in un bellissimo sarcofago a Ostia. Poi è stata trasportata nella chiesa di
Sant’Agostino, costruita alla fine del 1400.
Una chiesa meravigliosa quella di sant’Agostino, la prima
chiesa del Rinascimento a Roma, con la sua bella facciata rivestita del
travertino di cui è stato svestito il Colosseo.
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