L 'anno del Signore 1480, Donato Nutini putto di tenera
età e Cornelia figlia di Matteo Vangelisti, d'anni dieci, ambedue del comune di
Baragazza, contea dei Signori Pepoli di Bologna, pascolavano armenti, conforme
l'uso del paese, in un luogo chiamato Boccadirio...
Inizia così la storia delle
apparizioni che hanno dato vita al santuario di Boccadirio.
Un santuario particolarmente legato alla città di Prato,
anche se situato nel territorio bolognese. Cornelia divenne infatti monaca
domenicana, col nome di sr. Brigida, in uno dei monasteri di Prato. Quando nel 1512 la città subisce il “sacco” da parte
delle soldatesche spagnole, con una carneficina valutata da alcuni storici in
ben seimila vittime, suor Brigida affronta il terribile capitano, venuto a
devastare anche il monastero, e col Crocifisso in mano gli chiede di voler
rispettare un luogo santificato dalla preghiera e riservato a monache
claustrali. Il convento non verrà né saccheggiato né oltraggiato, ma difeso e
custodito proprio da chi lo voleva mettere a ferro e fuoco.
Oggi - dopo la Madonna di san Luca a Bologna e all'Impruneta - sono tornato in
pellegrinaggio a questo luogo remoto e solitario sugli appennini tosco-emiliani.
La prima volta vi giunsi che ero ancora in grembo alla mamma e da allora sono tornato
fedelmente, come testimoniano tante delle mie foto “storiche”.
Dopo aver detto a Donato che avrebbe dovuto diventare sacerdote e a Cornelia monaca, chiese
che si fabbricasse in quel luogo un tempio in suo onore promise “che tutti quelli che fossero poi divoti e
frequenti in detto luogo, otterrebbero tutto ciò che sotto la protezione ed
invocazione di Lei domandassero sommo Iddio”.
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