Arrivò il 30 settembre – 21 anni – fine e fresca,
coi grandi occhi profondi e luminosi. L’anima traspariva pura e piena di
stupefazione dinanzi al mistero della Casa del Signore, della vita religiosa… Umile,
bambina nell’anima, beveva la prima acqua e se ne impregnava. La vita della
Trappa, con il suo mistero di silenzio, la sua preghiera di lode, le sue
cerimonie di corte, le sue penitenze col Cristo vittima, era vita tutta
d’amore, era conversazione con Quei di Lassù, era prezzo di anime, era vita di
Paradiso, ma morte di sé; la morte, condizione assoluta per questa vita
angelica nell’invisibile e nell’attività. Afferrò subito e, con la sua forte
volontà, abbracciò silenzio e rinunzia di sé per seguirlo, Lui il suo Signore,
che l’avrebbe poi trovata degna di portare la sua croce.
Così
la prima biografia di Maria Gabriella dell’unità, nel 1940, a un anno dalla sua
morte, quando aveva appena 25 anni.
Sempre
in quel libro la descrizione offerta dalla sua superiora:
Era bella, ma la sua modestia la nascondeva come
un velo anche prima di entrare. Fronte larga, occhi bellissimi, luminosi,
profondi nello sguardo, ma di una trasparenza tale che, quando veniva a
trovarmi, si aveva l’impressione di vedervi l’anima…
La bocca era piuttosto larga, ma il suo sorriso aveva una dolcezza, una bellezza sorprendente e scopriva una dentatura regolare, bianca e sana che manifestava giovinezza e salute. Il mento era largo e molto volitivo. Il suo profilo di tre quarti era classico e talvolta il mio occhio, un po’ d’artista, ne restava ammirato. Mi sembrava di rivedere i gessi di cui dovevo rifare il disegno durate gli anni di studio quando ero giovane.
La bocca era piuttosto larga, ma il suo sorriso aveva una dolcezza, una bellezza sorprendente e scopriva una dentatura regolare, bianca e sana che manifestava giovinezza e salute. Il mento era largo e molto volitivo. Il suo profilo di tre quarti era classico e talvolta il mio occhio, un po’ d’artista, ne restava ammirato. Mi sembrava di rivedere i gessi di cui dovevo rifare il disegno durate gli anni di studio quando ero giovane.
È
lei, con l’offerta della sua vita per l’unità dei cristiani, subito accettata dal Signore, il segreto, la
radice della grande fecondità spirituale e numerica della Trappa di Vitorchiano.
Sono
stato a pregare sulla sua tomba.
Tutta
la sua esistenza, ha scritto Giovanni Paolo II, è stata dedicata “alla
meditazione e alla preghiera incentrate sul capitolo 17 del vangelo di san
Giovanni”, ed è stata una “offerta per l’unità dei cristiani”.
Può
essere anche la nostra vocazione.
Grazie perchè ci metti a conoscenza di questi momenti forti di unità per i quali viviamo le nostre giornate nella ordinaria normalità.
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