mercoledì 4 giugno 2014

Di chiostro in chiostro



Oggi, dopo quello di Michelangelo, un altro chiostro, che mi è ormai abituale, ma che non finisce mai di stupirmi e di incantarmi: quello del convento dei Domenicani a Santa Maria sopra Minerva, proprio accanto al Panteon. Ora che è stato restaurato ha acquistato una luminosità solare. Gli affreschi con i misteri del Rosario e la storia di san Domenico sono di una delicatezza e di un’umanità che invitano a una contemplazione non astratta, dove tutto l’umano e la corporeità sono assunti nel divino.
E poi vi si aggira un figlio di san Domenico, il mitico padre Ermanno, che lo rende vivo. Anche oggi mi ha raccontato dell’impatto del carisma dell’unità con i religiosi:

Ha segnato il passaggio dal Castello interiore al Castello esteriore, ambedue frutti dello Spirito che opera nella Chiesa, corpo di Cristo. Vedevamo in esso un dono enorme; ma non è stato tanto il ragionamento che ci ha preso, quanto il clima divino nel quale vivevamo. Ci siamo immersi nella vita e abbiamo cercato di portarla nelle nostre comunità, non con la parola ma restando in unità con quelli che erano stati chiamati con noi a questa esperienza.
Eravamo coscienti che, trasferendo questo stile di vita nelle nostre comunità, Gesù stesso – vivente tra i suoi – avrebbe preso in mano le situazioni che vi sono in esse e portato a compimento il disegno affidato ai Fondatori.
Vedevamo, pertanto, la possibilità della rivitalizzazione delle Famiglie religiose e, in fine, della Chiesa. Gesù stesso è all’opera se lo lasciamo vivere tra noi, e Lui è l’Onnipotente!
Eravamo, quindi, certi che dono più grande non poteva essere fatto alle nostre comunità. Conveniva, dunque, tener fede a questa seconda chiamata che si armonizzava con la prima, quella del nostro carisma.
Questo tesoro è, però, in vasi fragili, di creta. Occorreva, pertanto, essere pronti a ricominciare sempre, a non perdersi mai di coraggio, a vivere di misericordia, a camminare in cordata. Se vivremo così, Gesù sarà tra noi e le tempeste si calmeranno, non affonderanno le nostre navicelle. 

1 commento:

  1. Si è così: ricominciare sempre come se fossimo nati solo x qsto...

    RispondiElimina