Dopo ogni nubifragio
(oggi si dice “bomba d’acqua”) appare l’arcobaleno.
È apparso anche oggi,
sul cielo di san Pietro. Eccolo nella foto presa da casa.
Ben Sirac ne era
incantato: “Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto, è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, l'hanno teso le mani
dell'Altissimo” (43, 11-12).
Ad Ezechiele Dio
apparve bello come un arcobaleno: il suo aspetto “era simile a quello
dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia” (1, 28).
Mentre Giovanni, nell’Apocalisse
lo vede avvolgere Dio stesso: “Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a
diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono” (4, 3).
Non c’è quadro più
bello. È stato dipinto dal grande Artista. L’ha posto in cielo per ricordarsi
della promessa fatta, di non distruggere l’umanità: è il segno della sua
misericordia: “Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il
segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi ricorderò
la mia alleanza che è tra me e voi, tra ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L'arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra” (Gen 8, 13-16).
L’ultima parola è dell’arcobaleno.
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