
Una fila infinita per poter entrare
a visitare Palazzo Farnese. Ne è valsa la pena. Vi hanno lasciato la loro
impronta Sangallo, Michelangelo, Salviati costruendo un capolavoro d’arte. Erano
una ventina le gallerie aperte a Roma per la notte dei musei e tutte assediate
con file che attraversavano piazze, costeggiavano strade, si snodavano a zig
zag. Tutti tranquilli, contenti, con quell’aria complice e festosa di chi si
trova gomito a gomito per delle mezz’ora in attesa di vedere cose belle. La
stessa cosa mi immagino in tutta Italia.

Un’Italia diversa da quella che autolesionista
di ogni giorno, un’Italia giovane, un’Italia amante della cultura e con il gusto
per l’arte. Ma allora si può ancora sperare.
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