Questi monaci vissuti nel IV secolo
d.C. ci hanno lasciato testi intrisi di saggezza umana e sapienza evangelica
Su Aleteia Roberta Sciamplicotti
ha
scritto una interessante recensione del libro di apa Pafnunzio
I Padri del deserto, monaci vissuti nel IV
secolo d.C. in Palestina, Egitto e Siria, abbandonarono la città e la frenesia
della vita sociale per la pace e la solitudine. Testimoni di una fede cristiana
vissuta nella semplicità e nella radicalità, ci hanno lasciato in eredità dei
brevissimi testi, i “detti”, intrisi di saggezza umana e sapienza evangelica.
Fabio Ciardi, dei Missionari Oblati di
Maria Immacolata, ha raccolto quelli di apa (padre) Pafnunzio nel libro “I detti di apa Pafnunzio. In cammino
nel deserto” (Città Nuova), in cui
riprende e riscrive alcuni detti che attribuisce a quest'uomo la cui identità
rimane indefinita.
“Sono 'detti' essenziali come lo era la
vita nel deserto”, spiega l'autore. “Nati nel silenzio, dalla solitudine del
deserto, questi 'detti' possono essere letti nei momenti di pausa nelle varie
occupazioni quotidiane, durante le vacanze o tra il frastuono della vita
odierna spero possano aiutare a trovare un’oasi di pace e serenità”.
Il deserto in cui viveva apa Pafnunzio non
era quello delle dune di sabbia d’oro plasmate dal soffio del vento, ma “un
deserto duro, sassoso, d’un’altra austera bellezza”.
“Per uomini dalla rude tempra come apa
Pafnunzio era luogo ideale per il lungo cammino dell’ascesi. Arida e spoglia,
senza beni né comodità, quella lontana regione non consentiva distrazione
alcuna, invitava piuttosto a una separazione progressiva e radicale da ogni
attaccamento, per centrarsi su ciò che rimane. Tutto vi era messo a tacere,
perché una voce soltanto potesse essere udita e riconosciuta”.
“Terra privilegiata per la lotta con Satana
che faceva emergere le falsità e gli idoli bugiardi che albergano nel cuore
umano”, non presentava nulla “dietro cui potersi nascondere”. “Ogni anacoreta
si ritrovava nudo davanti a se stesso e davanti al Dio unico e vero. Tentazione
e prova lo conducevano alla piena conoscenza di chi egli fosse e di chi fosse
Dio”.
“Luogo di morte dell’uomo vecchio, il
deserto faceva riaffiorare l’immagine e la somiglianza di Dio, la vera identità
dell’uomo nuovo”.
Come scrive nella postfazione monsignor
Giorgio Lingua, Nunzio Apostolico in Giordania e Iraq, anche se apa Pafnunzio
si è ritirato nel deserto, lontano dal mondo, per stare solo con Dio, “la sua
vita è così vicina alla nostra. I suoi pensieri sono i nostri pensieri, le sue
paure sono le nostre paure, i suoi sentimenti sono i nostri sentimenti”.
“C’è in ciascuno di noi il desiderio di
amare Dio e di farLo amare”. Per questo, pur in mezzo al mondo, abbiamo molte
cose da imparare da questo “Padre del deserto” immaginario.
“Innanzitutto impariamo che per dare Dio
agli altri non sono indispensabili un buon microfono con adeguato sistema di
amplificazione, o la posta elettronica e neppure… Facebook! Sono certo ottimi
strumenti, ma noi possiamo comunicare Dio soltanto se L’abbiamo in cuore. Non
si tratta di correre dietro le persone, ma di correre dietro a Dio. Gli altri
ci seguiranno se vedranno risplendere in noi la luce dell’unione con Dio”.
“Basta un secondo per
essere uniti a Dio, basta ri-offrirGli quel dono che ci fa adesso. Ogni attimo,
ogni respiro, ogni circostanza, è un dono di Dio. Se sappiamo riconoscerlo e
Gliene siamo grati, restituendo, confezionato con il nostro amore, quanto ci ha
dato, siamo uno con Dio, perché siamo uno pienamente con la Sua volontà su di
noi”. Al contrario, non basta “una vita intera, anche nella più stretta
clausura o nel deserto più remoto, per arrivare all’unione con Dio se
continuiamo a rimanere prigionieri della nostra volontà, attaccati ai nostri
piccoli desideri, e non sappiamo riconoscere che tutto è dono del Suo Amore”.
Già ne ho comprati tre. E' che continuo a regalarlo, questo testo, perchè anch'io lo trovo intriso di saggezza, e anch'io mi ritrovo in apa Pafnunzio, e mi dà risposte...E ora me ne servirebbe uno in arabo! Ho letto che è stato tradotto per una comunità di monaci...
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