Sulla
rivista “Se vuoi” apparso un mio breve
articolo sui Movimenti. Cose note, ma che è sempre bello raccontare di nuovo.
Ecco la prima parte, con un flash storico:
All’inizio del 1900, a Vallendar in
Germania, nasce l’Opera di Schönstatt, fondata da Padre Kentenich per far
presente in una società scristianizzata la vita evangelica secondo l’esempio di
Maria, la prima cristiana. Nel 1921 è la
volta della Legio Mariae, in Irlanda, ispirata da un laico Frank Duff. Dalle
ceneri della seconda guerra mondiale fioriscono nuove spiritualità come quella
del Movimento dei Focolari che nel 1943 trascende il conflitto mondiale e le
sue conseguenze per puntare sull’unità di tutti gli uomini. In Francia, le
Equipes Notre-Dame, fin dal ’39 offrono una spiritualità coniugale, una grande
novità a quel tempo. In Spagna nel ’49,
l’esperienza dei Cursillos de Cristianidad
risveglia l’impegno cristiano attraverso un cammino comunitario. Negli
anni ’50, in Polonia, ha origine il movimento
Luce-Vita che supera il divieto fatto alla Chiesa di promuovere organizzazioni
per la gioventù. In Ungheria, Regnum Marianum aiuta la gente a sopravvivere
alla violenza del sistema politico. In Italia, Padre Lombardi fonda il
Movimento per un Mondo Migliore. Contemporaneamente prende vita, con Padre Rotondi,
il Movimento Oasi per la formazione spirituale ed apostolica.
Nell’ambiente universitario di Milano, nel 1954, don Giussani è ispirato a dar vita ad un’iniziativa che sarà la matrice della futura “Comunione e Liberazione”.
Sono soltanto alcuni tra i tanti movimenti già attivi nella Chiesa all’inizio del Concilio Vaticano II, quando i Padri Conciliari riconoscono che è avviata «una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici». Il fenomeno, da quel momento in poi, assume dimensione sempre più vaste. Nel1964, in Spagna, un
giovane laico Kiko Arguello, insieme a una giovane ragazza Carmen Hernandez,
inizia un’esperienza di pastorale nuova per le parrocchie: è il Cammino
Neo-catecumenale. Nello stesso anno, a Trosly, nel nord della Francia, il
Canadese Jean Vanier realizza la prima comunità dell’Arche dove le persone
handicappate mentali ed altri condividono la vita pienamente, vivendo e
lavorando insieme.
Nell’ambiente universitario di Milano, nel 1954, don Giussani è ispirato a dar vita ad un’iniziativa che sarà la matrice della futura “Comunione e Liberazione”.
Sono soltanto alcuni tra i tanti movimenti già attivi nella Chiesa all’inizio del Concilio Vaticano II, quando i Padri Conciliari riconoscono che è avviata «una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici». Il fenomeno, da quel momento in poi, assume dimensione sempre più vaste. Nel
È del 1967 la nascita, negli Stati Uniti, del rinnovamento
carismatico cattolico, sorto pochi anni prima come movimento carismatico in
ambito protestante. Diffuso rapidamente in tutto il mondo, si è sviluppato in
vari gruppi e in tutte le Chiese cristiane, con lo scopo di far rivivere
l’esperienza dello Spirito. Da esso hanno preso vita molte delle cosiddette
“nuove comunità”.
Il papa Giovanni Paolo II, verso
la fine del suo pontificato, si trova davanti una realtà ormai matura e avverte
il bisogno di dare pieno riconoscimento a questa nuova ondata dello Spirito
nella Chiesa. Decide così di portare in piazza san Pietro oltre 60 movimenti a
celebrare la Pentecoste ’98 insieme a lui. In quell’occasione egli stesso si
pone la domanda: «Cosa si intende, oggi, per “movimento”?», indicandoli come
«una concreta realtà ecclesiale a partecipazione in prevalenza laicale», «un
sostegno potente, un richiamo suggestivo e convincente a vivere appieno, con
intelligenza e creatività, l’esperienza cristiana», così da essere capace di
«risposte adeguate alle sfide e alle urgenze dei tempi e delle circostanze
storiche sempre diversi».
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