Dopo il brevissimo flash sulla
storia, ecco alcune caratteristiche dei Movimenti:
- Laicità. Anche se nel loro seno vi sono persone consacrate, la
maggior parte dei membri dei movimenti sono laici. Non viene messa in evidenza
una “speciale consacrazione”, come nella vita religiosa, ma la consacrazione
battesimale e il sacerdozio comune. Si è parlato in proposito di una Pentecoste laica: «Quel che accadde a
Gerusalemme duemila anni orsono – affermava Giovanni Paolo II nella veglia di
Pentecoste del 1998 – è come se questa sera si rinnovasse in questa piazza! Voi
qui presenti siete la prova tangibile di questa effusione dello Spirito».
-
La partecipazione attiva alla missione della Chiesa, sgorgante dalla stessa
vocazione battesimale, è riscoperta nella sua specificità: portare lo Spirito
di Cristo in tutte le realtà temporali, una missione aperta a innumerevoli
iniziative sia personali che comunitarie. Ciò presuppone un atteggiamento
positivo verso il mondo, ed uno stile di vita fortemente inserito nelle realtà
sociali e politiche.
- Luogo d’incontro e di comunione tra tutte le vocazioni della Chiesa,
quasi a ricreare un bozzetto di Chiesa. Pur essendo composti in prevalenza da
laici, nei movimenti convergono infatti persone di tutte le vocazioni del
popolo di Dio, sposati, sacerdoti, religiosi, vescovi...
- La novità portata dai
movimenti ecclesiali è data infine da una profonda
carica spirituale, evangelica, comunionale e da una grande creatività apostolica che fa rivivere
gli elementi della vita cristiana con insolita genuinità, freschezza e
semplicità.
Essi sembrano
nati per preparare il Concilio e, nello stesso tempo, «essi rappresentano – per
continuare a citare Giovanni Paolo II – uno dei frutti più significativi di
quella primavera della Chiesa già preannunciata dal Concilio Vaticano II». Lo
Spirito li ha fatti nascere per «rinnovare l'autocoscienza della Chiesa, che
può dirsi, in un certo senso, essa stessa “movimento”».
Tutto questo si
comprende se si ricorda che queste nuove realtà ecclesiali sono nate sul
terreno del più vasto “movimento” spirituale che ha investito tutta la Chiesa
nel XX secolo: «il risveglio della Chiesa nelle anime», come si esprimeva Romano
Guardini nel 1921, aggiungendo: «Se questo processo del movimento ecclesiale si
affermerà dovrà necessariamente portare ad un rinnovamento della coscienza di
comunità». Il risveglio della Chiesa nelle anime portò al risveglio del laicato
e alla consapevolezza del suo compito nella Chiesa; fece nascere l’esigenza di
una spiritualità coniugale e apostolica, capace di mettere in luce il valore del
battesimo, del sacerdozio dei fedeli. Occorreva una nuova spiritualità della
vita e dell'impegno nel mondo e nella storia come luogo della presenza e
dell'amore di Dio.
I movimenti,
mobilitazione dei laicato, rispondono dunque al bisogno della Chiesa di ritrovarsi
popolo di Dio, attenta agli eventi storici, in dialogo con la cultura e le
culture, aperta al contributo creativo della donna. Essi sono la
“democratizzazione” della spiritualità e della santità, non più riservata ai
consacrati, ma dilagante tra i laici e in tutta la Chiesa.