Questa volta Gesù esagera. Le sue
parole suonano in tutta la loro durezza e sono rivolte a quanti vogliono essere
tuoi discepoli, senza esclusione alcuna. Segna la distanza abissale tra il
creato e l’increato, tra la terra e il cielo, tra i legami e gli affetti
contingenti e l’assolutezza della sua persona. È il risvolto dell’unica scelta necessaria e vitale: «Ama Dio con tutto il cuore, con tutta
l’anima, con tutta la mente».
È il tesoro per il quale vale la pena
vendere tutto, la perla a lungo cercata davanti alla quale il resto
impallidisce. Chiede un amore esclusivo, totalitario che vuol prendere ogni
fibra del nostro essere. Un amore esigente, che richiede serietà, impegno,
determinazione, come quando si deve affrontare una battaglia o costruire una torre.
Un Dio geloso, vuole che lo si ami con l’affetto del cuore, con l’adesione sincera e convinta alla sua parola, col mettere a suo servizio corpo ed energie, doti e creatività che lui stesso ci ha donato. Fino a poter dire, con sincerità: "Sono tuo, tutto tuo. Sei mio, tutto mio".
E gli altri? Sono spariti come le
stelle al sorgere del sole. Dobbiamo dunque “odiare” madre, sorelle e fratelli?
O forse è un invito a staccarsi da loro, da ogni affetto e appoggio, per
ritrovarli in modo nuovo, nella loro vera identità, per riconoscere Dio in loro
e amarLo in loro: Lui, unico amore, che tutto e tutti pervade e trasforma in Sé.
Nessun commento:
Posta un commento